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Il riconoscimento delle competenze non formali e informali
Il riconoscimento delle competenze non formali e informali
La questione della competenza dei lavoratori migranti può essere affrontata a partire da due nozioni distinte: la "qualifica", che rimanda al diploma di istruzione riconosciuto sul piano dell'equivalenza nazionale e internazionale, e "l'esperienza" intesa come competenza.
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua
abilità ad arrampicarsi sugli alberi,
passerà tutta la sua vita a credersi stupido
(Einstein)
"Le competenze portano all'occupabilità e alla prosperità. Chi è dotato delle giuste competenze può aspirare a occupazioni di qualità ed esprimere appieno le proprie potenzialità in qualità di cittadino attivo e sicuro di sé. In un'economia globale in rapido mutamento le competenze determineranno in larga misura la competitività e la capacità di stimolare l'innovazione" (Skill Agenda for Europe, 2016)
Un migrante che riesce a raggiungere un buon grado di integrazione nel mercato del lavoro è sicuramente una persona che è riuscita a dimostrare le proprie competenze.
La questione della competenza dei lavoratori migranti presenti in Italia, può essere affrontata da diverse prospettive, a partire dalle due nozioni distinte di "
qualifica
", che rimanda al titolo di studio posseduto, e "
esperienza
" generalmente intesa
come l'intero patrimonio culturale e professionale acquisito dalla persona nella sua storia di vita, di studio e di lavoro, ovvero, secondo la terminologia europea, l'apprendimento formale, non formale, informale.
Nel rimandare per tutto quanto riguarda la questione del riconoscimento dei titoli di studio alla
sezione dedicata
, in questa sezione, senza pretesa di esaustività, viene fatto il punto
sul riconoscimento delle competenze,
formali, non formali e informali.
IL QUADRO DI RIFERIMENTO EUROPEO
Sulla scia di quanto annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen nel suo
discorso sullo stato dell'Unione 2022
, la Commissione Europea ha adottato il 12 ottobre 2022 una
proposta
per proclamare il 2023 Anno europeo delle competenze. Con
l'Anno europeo delle competenze
, la Commissione si propone di imprimere nuovo slancio all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita:
- promuovendo investimenti maggiori, più efficaci e inclusivi nella formazione e nel miglioramento del livello delle competenze per sfruttare appieno il potenziale della forza lavoro europea e sostenere le persone nel passaggio da un posto di lavoro a un altro;
- garantendo che le competenze siano adeguate alle esigenze del mercato del lavoro, anche cooperando con le parti sociali e le imprese;
- abbinando le aspirazioni e le competenze delle persone alle opportunità offerte dal mercato del lavoro, in particolare per la transizione verde e digitale e la ripresa economica.
- attraendo persone provenienti da paesi terzi con le competenze necessarie all'UE, anche rafforzando le opportunità di apprendimento e la mobilità e
agevolando il riconoscimento delle qualifiche
.
L'Anno europeo delle competenze 2023 rafforzerà ulteriormente una serie di iniziative già esistenti, essendo la questione del riconoscimento delle competenze comunque e ovunque acquisite da anni un tema molto dibattuto a livello di Unione Europea. In questa sezione troverai una panoramica delle tappe principali dello sviluppo della politica dell'Unione Europea in materia.
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IL SISTEMA NAZIONALE DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
Il sistema nazionale di certificazione delle competenze è l'insieme dei soggetti, delle regole e dei servizi per il riconoscimento delle competenze comunque acquisite dalla persona, nello studio, nella vita e nel lavoro. L'Italia, nel recepire le indicazioni europee, ha puntato a comprendere, all'interno di una disciplina unitaria, sia la certificazione dei percorsi formali di ogni ordine, grado e territorio sia la validazione delle competenze acquisite dalle persone nei contesti di vita o di lavoro. Il quadro normativo è stato negli ultimi anni riconfigurato al fine di adeguare i sistemi formativi, introducendo un approccio centrato sulla comparabilità dei risultati dell'apprendimento piuttosto che dei percorsi di apprendimento, attraverso l'attualizzazione degli istituti previgenti e l'introduzione di istituti nuovi, quali appunto la validazione.
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PROGETTI
STUDI E MANUALI OPERATIVI
Il tema della validazione delle competenze acquisite dai migranti nei paesi d'origine oppure nei paesi di approdo, in contesti di apprendimento non formale e informale, è divenuto centrale in vista della loro integrazione, tanto in Italia quanto in Europa.
Per tale motivo, negli ultimi anni si è assistito all'emergere di numerose ed importanti iniziative a ciò dedicate. Tale è il caso di diversi progetti co-finanziati nell'ambito di programmi nazionali o di respiro europeo, e di numerosi studi internazionali. In questa sezione è disponibile una panoramica dei più recenti progetti e studi sull'argomento. Non si tratta di una raccolta sistematica e esaustiva, ma di una ricognizione che ha l'obiettivo di fornire idee e spunti pratici in primis agli operatori del settore.
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