È stata pubblicata il 23 ottobre scorso la nuova edizione dell'International Migration Outlook dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). L'edizione 2023 dell'International Migration Outlook analizza i recenti sviluppi dei movimenti migratori e dell'inserimento nel mercato del lavoro degli immigrati nei Paesi OCSE. Inoltre, monitora i recenti cambiamenti politici nella governance e nell'integrazione della migrazione nei Paesi OCSE. Questa edizione include anche un capitolo sull'integrazione nel mercato del lavoro delle madri immigrate.
Secondo il rapporto, la migrazione verso i Paesi dell’OCSE ha raggiunto livelli senza precedenti nel 2022, con oltre 6 milioni di nuovi migranti permanenti, esclusi i rifugiati ucraini. Il 26% in più rispetto al 2021.
Questo dato è stato determinato dall'aumento della migrazione per motivi umanitari e di quella per motivi di lavoro e i dati preliminari per il 2023 indicano un ulteriore aumento.
La migrazione familiare è rimasta la principale categoria di ingresso per i nuovi migranti, rappresentando il 40% di tutto il flusso migratorio, mentre la migrazione per motivi di lavoro rappresenta il 21%. Lo stesso vale per il numero di lavoratori stagionali che ha registrato un forte aumento e per il numero di ammissione degli studenti internazionali, che ha sfiorato per la prima volta i 2 milioni.
Oltre 2 milioni di nuove domande di asilo sono state presentate nel 2022, il numero più alto registrato finora. I principali Paesi di provenienza dei richiedenti asilo all'interno dell'Ocse nel 2022 sono stati il Venezuela, con 221mila richieste, Cuba con 180mila, l'Afghanistan con 170mila richieste e il Nicaragua con 165mila nuove domande. Nel frattempo, è cresciuto anche il numero di chi ha ottenuto la cittadinanza nei Paesi Ocse, 2,8 milioni, secondo i dati preliminari.
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