Il 21 ottobre 2022 si è svolto il seminario “Io vengo dallo sport”, organizzato da Sport e salute in collaborazione con il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita (QUIVI) dell’Università di Bologna, nell’ambito del progetto "Sport e integrazione", finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. L’evento apre il modulo didattico “Sport e Integrazione” riservato agli studenti del corso di laurea in Scienze Motorie.
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Nel corso dell’incontro - moderato dall’ex nuotatrice Cristina Chiuso - che si è svolto alla presenza del prof. Alessandro Bortolotti, Delegato per lo Sport dell’Università di Bologna, del dott. Piero Pagni, Presidente del CUS Bologna, di rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di Sport e Salute - gli studenti hanno potuto conoscere i temi che verranno affrontati durante il corso, iniziando così un percorso di riflessione che riguarderà il ruolo dello sport come veicolo di inclusione e innovazione sociale.
In particolare, le testimonianze di Raphaela Lukudo, velocista dell’Esercito, e di Clara Florimo, vincitrice della seconda edizione del “Premio Mondonico” per tecnici impegnati nel sociale, hanno contribuito a sottolineare l’importanza dell’allenatore come figura cruciale nella gestione dei gruppi multi-culturali e nella valorizzazione dello sport come terreno di incontro, dialogo, confronto e contrasto alle discriminazioni.
Secondo Raphaela Lukudo “Lo sport dà molto oltre alle vittorie, in particolare insegnamenti di vita. Sembra strano ma è così, con lo sport impari il rispetto delle regole e degli altri e tutto quello che apprendi sul campo poi si riflette nella vita reale. Lo sport crea legami, amicizie, apre la mente ad altre idee. Lo sport mi dà tanto e sono grata di poterlo praticare”.
“Nella mia attività di allenatrice di calcio ed educatrice socio-pedagogica sportiva” ha dichiarato Clara Florimo “applico quotidianamente il modello educativo ludico-motorio-sportivo CF Cuore Formazione (corpo, cuore e mente) che rappresenta una palestra di vita attraverso cui insegnare i valori e le regole necessarie per crescere l’amore e il rispetto, verso se stessi e verso gli altri, riconoscere e dare espressione alle emozioni, curare la propria salute fisica e mentale, sviluppare l’aggregazione sociale e le abilità di vita Life Skill.”
"All'interno del modulo didattico, gli studenti potranno approfondire il ruolo dello sport come modello di integrazione e vettore di cittadinanza per le popolazioni straniere” hanno sottolineato la prof.ssa Giovanna Russo, ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Università di Bologna, e il prof. Athanasious Pappous, Professore Ordinario del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna. “Poiché le attività sportive permettono il dialogo interculturale senza richiedere la padronanza della lingua del paese di accoglienza, le difficoltà di apprendimento si attenuano ed emergono opportunità di socializzazione. In quest'ottica, si vogliono approfondire i processi che portano alla creazione di programmi d’integrazione destinati a migranti appena arrivati che praticano sport e attività fisiche, come pure comprendere il significato delle azioni e gli effetti che esse producono rispetto ai migranti e alla società di accoglienza."
L’incontro, svoltosi alla presenza di oltre 100 studenti, è uno degli 11 seminari in corso di realizzazione in altrettante università italiane come parte del modulo didattico “Sport e Integrazione”.
Per conoscere tutte le attività in corso nell’ambito del progetto Sport e integrazione, visita la sezione dedicata sul sito di Sport e salute o vai alla pagina dedicata al progetto su questo portale.