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Rimesse dall'Italia aumentate con la pandemia
20 aprile 2021
Rimesse dall'Italia aumentate con la pandemia
Dato in controtendenza rispetto al trend globale. Fondazione Moressa: "Più invii con restrizioni alla mobilità"
Sull'invio dei risparmi inviati in patria, i migranti in Italia sono in controtendenza rispetto a quanto osservato a livello globale durante la pandemia: le
rimesse sono aumentate
. Chi è rimasto bloccato qui a causa delle restrizioni alla mobilità, evidentemente non ha comunque voluto far mancare il suo
sostegno ai familiari
nel Paese d'Origine. È quanto emerge da uno
studio della Fondazione Leone Moressa
sui dati della Banca d'Italia relativi al 2020.
Mentre la Banca Mondiale parla di una forte riduziione delle rimesse a livello globale a causa della pandemia, nel 2020 gli invii dal nostro Paese sono
aumentati del 12,9%
, in linea con il trend avviato nel 2018 (+13,1%) e proseguito anche nel 2019 (+3%), dopo il crollo del 2013 e alcuni anni di sostanziale. L’aumento delle rimesse, unitamente al calo del PIL registrato nel 2020, ha riportato, per la prima volta dal 2012, il rapporto rimesse/PIL sopra quota 0,4%.
Bangladesh e Romania in calo
. Il Bangladesh si conferma il primo paese di destinazione delle rimesse, con 707 milioni di euro complessivi (10,5% delle rimesse totali), anche se in calo nell’ultimo anno (-12,8%). Il secondo paese di destinazione è la Romania, anch’essa in calo: -1,2% nell’ultimo anno e -31,5% negli ultimi sette. Da notare come tra i primi dieci paesi ben cinque siano asiatici: oltre al Bangladesh, anche Filippine, Pakistan, India e Sri Lanka.
In aumento Est Europa e Nord Africa
. Molti Paesi hanno invece registrato incrementi significativi nell’ultimo anno. In particolare, spiccano Nigeria (+119,6%), Ucraina (+72,2%), Moldavia (+41,1%), Marocco (+31,1%). Si può ipotizzare che tali aumenti siano determinati dalle limitazioni alla mobilità internazionale: non potendo viaggiare fisicamente, si sono mantenuti i legami familiari prevalentemente attraverso l’invio di denaro.
112 euro al mese pro-capite.
Rapportando il volume delle rimesse con il numero di residenti in Italia, si ottiene il valore medio pro-capite: mediamente, ciascun immigrato in Italia ha inviato in patria poco più di 1.300 euro nel corso del 2020, circa 112 euro al mese. Tra le comunità più numerose il valore più alto è quello del Bangladesh: mediamente, ciascun cittadino ha inviato oltre 5 mila euro, ovvero oltre 400 euro al mese. Superano i 300 euro mensili i cittadini del Senegal, mentre quelli del Pakistan sfiorano quella soglia. Oltre 200 euro al mese anche Filippine, India e Sri Lanka.
Il 20% parte da Roma e Milano.
A livello locale, le regioni con il maggior volume di rimesse inviate sono Lombardia (1,5 miliardi) e Lazio (953 milioni). Seguono Emilia Romagna (706 milioni) e Veneto (587 milioni). Nell’ultimo anno, in tutte le regioni si è registrato un aumento delle rimesse. A livello provinciale, i volumi più significativi sono quelli di Roma (802 milioni) e Milano (740 milioni). Da notare come in queste due città si concentri oltre un quinto del volume complessivo. Come era prevedibile, tra le prime province si ha una forte concentrazione di province del Centro-Nord, in cui si ha la maggiore incidenza di residenti stranieri.
Secondo
Michele Furlan
, presidente della Fondazione Leone Moressa, “le rimesse rappresentano la
prima forma di sostegno degli immigrati allo sviluppo dei paesi d’origine
. Anche nell’anno della pandemia, nonostante il calo dell’occupazione, gli immigrati hanno continuato a sostenere le famiglie in patria. I flussi sono addirittura aumentati, parallelamente alla riduzione delle possibilità di movimento”.
Documenti correlati
Fondazione Leone Moressa. Le rimesse degli immigrati. Il contributo allo sviluppo dei paesi d’origine Aprile 2021
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