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14 luglio 2025

Più di 4 minori stranieri su 10 a rischio povertà in Italia, quasi 8 nel Mezzogiorno


Istat pubblica la nota su “Le condizioni di vita dei minori di 16 anni”

Nel 2024, i minori con cittadinanza straniera mostrano un rischio di povertà o esclusione sociale pari a 43,6%, valore superiore di oltre 20 punti percentuali rispetto al dato dei coetanei di cittadinanza italiana (23,5%). Questo divario raggiunge il suo massimo nel Mezzogiorno, dove l’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale tra i minori stranieri (78,2%) è quasi il doppio di quello dei minori italiani residenti nella stessa area (40,9%). Nel Nord, la quota dei minori di cittadinanza straniera a rischio di povertà o esclusione sociale scende a un terzo, ma la distanza dal valore dei coetanei di cittadinanza italiana (9,3%) rimane elevata.

Sono i dati diffusi da Istat con la nota “Le condizioni di vita dei minori di 16 anni”, frutto di un approfondimento di analisi condotto nel 2024 nell’ambito dell’Indagine annuale su Reddito e condizioni di vita. Vengono inoltre diffusi i dati sulla trasmissione intergenerazionale degli svantaggi nei paesi dell’Ue, raccolti nell’edizione 2023 della stessa indagine.

Complessivamente in Italia, nel 2024, il 26,7% dei minori è a rischio di povertà o di esclusione sociale, quota che sale marcatamente per i minori che risiedono nel Sud e nelle Isole (43,6%). Il rischio aumenta anche al crescere del numero di minori di 16 anni presenti in famiglia: per i minori che vivono con i genitori, l’indicatore è pari al 18,1% se non ci sono fratelli e sale al 26,2% se ne è presente almeno uno. Se invece il minore vive con un solo genitore, il rischio di povertà o esclusione sociale si attesta al 38,3% in assenza di fratelli e aumenta al 53,3% nel caso ve ne sia almeno uno.
Rispetto al 2021, l’incidenza dei minori a rischio di povertà o esclusione sociale di cittadinanza italiana diminuisce nel Mezzogiorno (40,9% rispetto a 44,6% del 2021) e nel Nord (9,3% rispetto al 14% del 2021) dove l’indicatore segna una contrazione rilevante anche per i minori di cittadinanza straniera (33,9% rispetto a 48,6% del 2021).

Il livello di istruzione dei genitori si associa strettamente alla condizione socio-economica della famiglia: è a rischio di povertà o esclusione sociale oltre la metà (51,8%) dei minori con genitori che hanno al massimo la licenza di scuola secondaria inferiore, quota di oltre cinque volte superiore a quella di coloro che hanno almeno un genitore laureato (10,3%).

Il 4,9% dei minori presenta segnali di insicurezza alimentare, con significative differenze tra le ripartizioni geografiche: 3,1% nel Nord, 2,1% nel Centro e 8,9% nel Mezzogiorno. Rispetto al 2021 (anno in cui è stato svolto un analogo approfondimento sulla condizione dei minori), nel 2024 la quota di minori a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce di 3 p.p. (soprattutto nel Nord) e, tra loro, raddoppia la quota degli stranieri.

Rispetto alla trasmissione intergenerazionale del disagio, la situazione finanziaria della famiglia in cui vive il minore è tra i fattori determinanti del rischio di povertà a cui potrà essere esposto in età adulta. Nei Paesi Ue, l’incidenza del rischio di povertà tra chi ha un’età compresa tra i 25 e i 59 anni è più elevata per coloro che, all’età di 14 anni, vivevano in famiglie con difficoltà finanziarie: nel 2023, è pari al 20% (media europea) a fronte del 12,4% registrato per coloro che sono cresciuti in famiglie con una buona condizione economica. L’Italia è tra i paesi dell’Ue che registrano le maggiori differenze, il rischio di povertà tra coloro che vivevano in famiglia in cattiva situazione finanziaria (34%) è infatti di ben 19,6 punti percentuali superiore a quello di chi viveva una buona situazione (14,4%).

Leggi la nota di Istat