
“Mi piacerebbe dire grazie, perché avete fatto molte cose per noi, e per noi è grandioso. È solo questo quello che vi voglio dire, grazie” sono le parole di S., una delle 71 persone che il 25 giugno 2025 sono arrivate con i corridoi umanitari dalla Libia all’aeroporto Fiumicino di Roma.
Questi uomini, donne e bambini provengono da vari luoghi: Sudan, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Eritrea, Etiopia, e alcuni di loro hanno passato anni in Libia. Ci sono famiglie con bambini e bambine, ma anche adulti, ragazzi e ragazze soli. .
Sono storie diverse ma anche molto simili quelle che si ascoltano da chi arriva: persone perseguitate, che fuggono dalla guerra, e che spesso cadono nelle mani di trafficanti che li abusano. I corridoi umanitari rappresentano un’ancora di salvezza, che non solo accolgono, ma integrano, e permettono a chi ha vissuto un passato di guerra di costruirsi un futuro di pace. “Questo corridoio è una grande risposta alle guerre che insanguinano il mondo oggi” ha detto in conferenza stampa il Presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo “e costringono le persone a lasciare le loro terre, quindi questo corridoio significa pace, volontà di pace, accoglienza a chi ha sofferto, una resistenza al male della guerra”.
L’iniziativa dei corridoi umanitari, un progetto autofinanziato dalla Comunità di Sant’Egidio, è resa possibile grazie alla collaborazione tra Sant’Egidio e altre associazioni e dalla società civile: la maggior parte di coloro che arrivano sono ospitati da privati, che mettono a disposizione risorse e tempo per la cura di queste persone. "