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20 giugno 2025

Giornata Mondiale del Rifugiato 2025


Il Messaggio dell’UNHCR e l’analisi della Fondazione ISMU

Il 20 giugno è l'appuntamento annuale voluto dalle Nazioni Unite per riconoscere la forza, il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenza, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.

Oltre 122 milioni di persone – secondo i dati riportati nel Rapporto Global Trends 2024 dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati UNHCR,-  in tutto il mondo sono attualmente sfollate forzatamente: una cifra senza precedenti che riflette l’incapacità collettiva di prevenire e risolvere i conflitti, dalla Siria all’Ucraina, dal Sudan a Gaza, passando per molte altre aree dimenticate. Di fronte a queste crisi, i rifugiati – persone innocenti, spesso bambini e anziani – vengono sempre più stigmatizzati, ostacolati nei loro percorsi di protezione, e penalizzati da tagli drammatici agli aiuti umanitari. Un quadro che mette a rischio milioni di vite e rende ancora più difficile l'accesso a cibo, cure mediche, istruzione e protezione.

"In questo momento critico – afferma in un messaggio Filippo Grandi, l’Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati-  è fondamentale riaffermare la nostra solidarietà con i rifugiati, non solo a parole, ma con azioni urgenti e concrete."  Solidarietà significa ascoltarli e dare spazio alle loro storie. Significa difendere il loro diritto alla sicurezza e trovare soluzioni, ponendo fine ai conflitti affinché possano tornare a casa in sicurezza.

L’UNHCR sottolinea il ruolo fondamentale di tutti gli attori globali – Stati, istituzioni finanziarie, settore privato e cittadini – nel condividere equamente la responsabilità dell’accoglienza, sostenendo le comunità ospitanti e garantendo soluzioni durature per i rifugiati.

L’analisi della Fondazione ISMU

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato la Fondazione Ismu ha pubblicato un analisi dei dati Eurostat sulle domande di protezione internazionale che mostrano come nel 2024 sono aumentate in Italia le domande di protezione, ma sono in calo i riconoscimenti: solo il 7,6% ha lo status di rifugiato

Nel complesso nel 2024, secondo i dati Eurostat, le domande di protezione internazionale presentate nei Paesi dell'Unione Europea sono state 997mila, con un calo del 12% rispetto al milione e 130mila del 2023.

Con quasi 159mila richieste di asilo l'Italia è terza dopo Germania e Spagna. Le richieste presentate nel nostro Paese rappresentano il 16% di tutte quelle presentate nell'UE. Dal 2021 il numero di domande di protezione nel nostro Paese è in continua crescita e nel 2024 si è registrato il numero più elevato degli ultimi dieci anni.
In Italia solo il 7,6% ottiene lo status di rifugiato. Per quanto riguarda le decisioni di prima istanza adottate, Fondazione ISMU evidenzia che nel 2024 in Italia quasi due terzi delle richieste di protezione - oltre 50mila in numero assoluto su 78mila esaminate - hanno avuto esito negativo. Il dato italiano è superiore a quello UE, dove gli esiti negativi sono meno della metà (48,6%). Nel 2024, dunque, nel nostro Paese sono state accolte poco più di un terzo delle richieste di asilo esaminate, e in particolare lo status di rifugiato è stato riconosciuto solo a 6mila persone, il 7,6% del totale.

Relativamente alle decisioni di prima istanza sulle domande di asilo si rileva che negli anni considerati (2012-2024) in Italia mediamente lo status di rifugiato viene riconosciuto in misura inferiore rispetto al complesso degli Stati Membri: il 10% dei casi a fronte di una media UE del 23%.

I più alti tassi di esiti negativi in Italia rispetto alla media UE – secondo l’analisi dell’ISMU,  sono determinati principalmente dal fatto che nel nostro Paese sono molto numerose le domande presentate da cittadini provenienti da Paesi con tassi di riconoscimento bassi come Marocco, Egitto, Tunisia e Bangladesh, che sono le nazionalità per le quali si registra il più alto numero di respingimento di richieste di asilo, tra l’80% e il 90% dei casi.

Per quanto riguarda invece il dato relativo al totale dei Paesi UE, il numero più alto di riconoscimenti di protezione dipende dal fatto che i richiedenti appartengono a nazionalità per le quali si registrano tassi più alti di decisioni positive: Siria (92%), Venezuela (89%), Afghanistan (81%), che sono anche i Paesi ai cui cittadini viene concesso soprattutto lo status di rifugiato.

Chi sono i rifugiati accolti in Italia. Nel 2024 hanno ottenuto lo status di rifugiato in Italia il 46% dei cittadini provenienti dall’Afghanistan, il 20% dei cittadini del Camerun, il 18% degli ivoriani e il 16% dei nigeriani. Per queste ultime nazionalità africane prevalgono le donne, che rappresentano oltre due terzi di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Nella media UE è l’Eritrea il Paese con la più alta percentuale di riconoscimento di status rifugiati (oltre due terzi), seguito da Afghanistan (54%) e Somalia (36%).

Il 29% dei rifugiati è donna. Nel 2024 in Italia sono state esaminate 68mila domande di protezione presentate da uomini e 10mila da donne. Tra queste ultime, oltre 6mila hanno ricevuto esito positivo per la richiesta di asilo (60%), mentre per gli uomini prevale l’esito negativo. Lo status di rifugiato è concesso in modo più significativo alle donne: l’ha ottenuto il 29% contro il 4,5% degli uomini.