Community Matching è un programma che promuove l’incontro tra rifugiati e comunità locali con l’obiettivo di creare comunità più inclusive e favorire i percorsi di integrazione. È attivo in 10 città italiane: Bari, Bergamo, Bologna, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Roma e Torino.
I risultati sono stati presentati ieri nel corso di una conferenza ospitata dalla Fondazione Feltrinelli a Milano.
L’idea alla base del programma, nato alla fine del 2021, è semplice ed efficace: promuovere relazioni paritarie tra persone rifugiate e volontari, che possono registrarsi attraverso un portale ed essere accompagnate da personale qualificato nella costruzione di nuovi e significativi legami. Il progetto infatti riconosce il valore determinante delle relazioni personali e sociali per favorire percorsi più efficaci e sostenibili di inclusione, facilitando l’accesso alla casa, al lavoro, ai servizi, all’acquisizione della lingua italiana. Sono le relazioni che la persona stabilisce che fanno di un individuo un membro di una comunità. Inoltre, attraverso la reciproca conoscenza, si abbattono barriere e si superano stereotipi, si valorizzano risorse e si contribuisce attivamente alla società.
L’impatto del progetto è stato misurato per il secondo anno consecutivo da una ricerca che rivela come l’84% dei rifugiati coinvolti ha migliorato la propria capacità di orientarsi sul territorio, il 63% dei rifugiati ha migliorato il livello di italiano, il 30% ha trovato una sistemazione alloggiativa e il 20% un contratto di lavoro regolare. L’impatto sulle comunità locali anche mostra un dato significativo: un aumento del 150% di persone rifugiate conosciute rispetto a prima del match, e oltre 8,000 persone sensibilizzate sul tema dalla diretta voce dei suoi protagonisti.
“Il quadro che emerge da questi dati racconta quanto siano fondamentali le relazioni sociali per promuovere il benessere delle persone in fuga, e rappresenta un invito importante per tutti gli attori del sistema asilo, dell’accoglienza e dei servizi, a compiere una riflessione comune che rimetta al centro l’inclusione e la coesione sociale” ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
L’inserimento del Community Matching nel Piano Nazionale Integrazione, così come in numerosi Avvisi pubblici dei FAMI, insieme alla sua adozione da parte di alcuni progetti territoriali ed equipe SAI, rappresentano segnali promettenti che vanno in questa direzione.
L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, insieme ai partner Ciac e Refugees Welcome Italia, ha avviato il progetto nel 2021 grazie al sostegno dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai attraverso i fondi 8×1000. Dall’inizio del progetto ad oggi sono stati 1007 i match avviati, coinvolgendo oltre 930 persone di 47 nazionalità solo nel 2023.
Il report del progetto è consultabile QUI
Fonte: UNHCR