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21 marzo 2024

"Oltre gli sbarchi", le proposte di riforma di IDOS


L'agenda del Centro di Ricerca per superare le criticità evidenziate da uno studio sulle policy e sulla governance delle migrazioni in Italia nell’ultimo quarto di secolo 

Il Centro Studi e Ricerche IDOS, in collaborazione e con il sostegno dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, presenta oggi a Roma (qui il programma) il volume "Oltre gli sbarchi", nel quale, a fronte di un esame delle policy e della governance delle migrazioni in Italia nell’ultimo quarto di secolo, si propongono una serie di riforme

"Analizzando l’efficacia e gli effetti delle politiche migratorie italiane a partire dal Testo Unico sull’immigrazione (l. 246/1998), con particolare attenzione alla gestione delle migrazioni economiche e alle questioni ad essa strettamente correlate, come l’integrazione e la cittadinanza, saltano agli occhi gravi criticità, causate da procedure contorte, meccanismi disfunzionali e previsioni irrealistiche, applicati per oltre un quarto di secolo", scrive IDOS. "Criticità che rendono sofferenti non solo le condizioni di vita di moltissimi immigrati, mantenendo precario il loro status giuridico anche a dispetto di un pluriennale radicamento, ma anche il tessuto sociale, economico e culturale del Paese, che – pur indebolito – preclude loro una partecipazione piena e attiva, inibendo le loro potenzialità e compromettendo il loro senso di appartenenza".

Le principali proposte di IDOS per superare le criticità individuate nello studio sono:

- la abolizione dello status di irregolarità giuridica dei non comunitari (da cui deriverebbero la decadenza del “reato di clandestinità”, l’abrogazione del provvedimento di espulsione e della detenzione amministrativa e, quindi, l’abolizione dei Centri di permanenza per il rimpatrio), da realizzare mediante l’estensione fino a 5 anni della durata dei permessi di soggiorno per lavoro e famiglia (così da passare poi, senza ulteriori rinnovi, o al già previsto permesso Ue di lungosoggiorno o all’acquisizione della cittadinanza italiana per naturalizzazione);

- l’istituzione di un permesso annuale di reinserimento socio-occupazionale (che consentirebbe l’ingresso in appositi programmi di reintegrazione) e un piano di completo riassorbimento della sacca di irregolarità mediante il rilascio di tale permesso;

- la revisione dei meccanismi di ingresso e soggiorno per motivi di lavoro, che si basi su una programmazione triennale delle quote pienamente rispecchiante il fabbisogno effettivo del mercato, da effettuare ripristinando il permesso di ingresso per ricerca lavoro sotto sponsor (opportunamente aggiornato), connettendo la chiamata nominativa dall’estero a corsi di formazione pre-partenza da effettuare nei Paesi d’origine o di transito, ripartendo le quote annuali in sotto-quote dedicate a specifiche casistiche e abolendo sia l’ordine cronologico di presentazione delle domande di rientro nelle quote (click day) sia altri inutili obblighi previ imposti ai datori (la verifica dell’indisponibilità di lavoratori italiani presso i Centro per l’impiego e l’onerosa produzione dell’asseverazione di sostenibilità economica);

- la acquisizione della cittadinanza italiana o per naturalizzazione, dopo 5 anni di soggiorno regolare, o, nel caso dei minorenni, alla nascita o all’arrivo in Italia, eventualmente come seconda nazionalità insieme a quella trasmessa dai genitori stranieri, con il diritto di scegliere se mantenerla o rinunciarvi quando abbiano compiuto la maggiore età (invertendo la ratio attualmente in vigore per i neo-maggiorenni).

“Questa agenda virtuale di proposte di riforma delle politiche migratorie nazionali, che contiene vari spunti innovativi rispetto alle pur notevoli direttrici di revisione già da tempo circolanti, rappresentano – dice Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS – il risultato di una riflessione originale condotta sull’analisi scientifica del fenomeno. Con questo documento, si intende contribuire attivamente all’attuale dibattito pubblico sul tema, fornendo spunti derivanti dalla rigorosa e sistematica rilevazione, ormai ultratrentennale, degli effetti delle politiche sulla vita concreta dei migranti che arrivano e vivono in Italia”.