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14 dicembre 2023

Quale nesso tra migrazione, ambiente e cambiamento climatico nelle aree montane italiane?


Dal nuovo report dell’OIM emerge il contributo positivo che le migrazioni danno al ripopolamento di alcuni territori italiani

Il nesso migrazione, ambiente e cambiamento climatico: esplorare il contributo dei migranti nell'affrontare le sfide del cambiamento climatico nelle aree montane italianeè il titolo del nuovo report pubblicato da IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) sul legame tra migrazioni e cambiamento climatico.

Lo studio, finanziato e supportato dall’IOM, al momento è disponibile solo in lingua inglese, esplora il contributo della migrazione nell'affrontare le sfide del cambiamento climatico in tre aree interne dell'Italia centrale e meridionale (Valle Subequana in Abruzzo, Alta Irpinia in Campania e Madonie in Sicilia). Basato su un'analisi di tipo sia quantitativo che qualitativo, lo studio fornisce dati sulla mobilità interna, sui rischi ambientali e sulla percezione sociale di queste dinamiche, evidenziando il contributo positivo della migrazione in questi territori. Riconoscendo il ruolo cruciale delle autorità locali, lo studio fornisce a esperti, politici e operatori del settore buone pratiche per valorizzare il potenziale della migrazione nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici e di coesione.

Il lavoro si propone di rispondere alle seguenti domande:

(i) Qual è l'impatto della migrazione sulle aree fragili, in particolare nelle regioni montane italiane dell'Appennino centro-meridionale?

(ii) Come le comunità locali percepiscono gli effetti del cambiamento climatico, della migrazione e la fragilità territoriale negli Appennini?

(iii) Come i cambiamenti climatici influenzano i migranti nelle regioni montane dell'Italia meridionale?

Dallo studio emerge come i residenti delle aree appenniniche percepiscono gli immigrati come una risorsa per affrontare lo spopolamento e per l'adattamento al cambiamento climatico. Il ripopolamento è visto come positivo e come un'opportunità per le comunità locali. Inoltre, il senso di appartenenza di tutti i residenti di queste aree è visto come una spinta per coinvolgere le persone ad unirsi e lavorare insieme per gestire al meglio le risorse e agire per contrastare il cambiamento climatico.

La diversità culturale apportata dai migranti nazionali e internazionali è generalmente considerata un valore aggiunto e un possibile motore per le popolazioni locali ad adottare pratiche più sostenibili.

Tra le buone pratiche e le raccomandazioni fornite:

-        la necessità di rafforzare la coerenza delle politiche, riconoscendo la rilevanza del nesso tra migrazione e politiche ambientali

-        promuovere campagne informative e di sensibilizzazione

-        definire appropriati canali di finanziamento

-        adattare l'acquisizione di nuove competenze alle esigenze di ciascun territorio

-        promuovere la raccolta di dati sul contributo potenziale dei migranti nell'affrontare le sfide del cambiamento climatico nel Nord globale.

 

Link al Report

Fonte: IOM