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27 marzo 2023

Assindatcolf-Idos: servono 23mila nuove colf e badanti extra Ue l’anno


68 mila nel triennio 2023-2025.  Studio su "Il fabbisogno aggiuntivo di manodopera straniera nel comparto domestico"

Secondo una ricerca commissionata da Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico e realizzata dal Centro Studi e Ricerche Idos, per coprire il fabbisogno familiare di cura e assistenza domestica in Italia servirebbero fino a 23mila lavoratori non comunitari l’anno, circa 68mila nel triennio 2023-2025. 

La ricerca, intitolata “Il fabbisogno aggiuntivo di manodopera straniera nel comparto domestico. Stima e prospettive”, è contenuta nel Rapporto 2023 “Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico” promosso da Assindatcolf in collaborazione con il Censis, Effe (European Federation for Family Employment & Home Care), la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ed il Centro Studi e Ricerche Idos, presentato gioverdì scorso a Roma.

Si stima che siano state 1.328.000 le persone che nel 2022 hanno avuto necessità di personale straniero per l’assistenza familiare: circa 651.000 di badan­ti e oltre 677.000 di colf e baby-sitter. Tenendo conto delle previsioni di incremento della popolazione anziana, si calcola che questa platea crescerà fino a 1.402.000 persone nel 2025, di cui 687.000 necessi­teranno di badanti e 715.000 di colf e altro.

Su questa base, il fabbisogno di ma­nodopera straniera aggiuntiva oscillerebbe, per l’intero triennio 2023-2025, tra i 74.000 (ipotesi me­diana) e gli 89.000 lavoratori (ipotesi massima, che tiene conto, tra l’altro, anche della fuoriuscita dal mercato dei lavoratori domestici stranieri che nel frattempo raggiungeranno l’età pensionabile), per una media di 25/30.000 nuovi inserimenti annui. Sottraendo la quota che verrebbe coperta da lavo­ratori stranieri comunitari, il fabbisogno di manodopera aggiuntiva non comu­nitaria si attesta tra circa 57.000 e 68.000 per l’intero triennio, per una media annua di 19-23.000 nuovi inserimenti dall’estero.

Leggi il comunicato di Assindatcolf