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24 maggio 2022

Effetto Covid sui redditi dei migranti: -4,3% nel 2020


Calano i redditi dichiarati (e l'Irpef versata). Fondazione Moressa: "Potenziale limitato da irregolarità e scarsa mobilità sociale"

Nel 2020, per la prima volta, è diminuito il numero dei contribuenti nati all’estero (4,17 milioni, -1,8%) e, ancora più sensibilmente, il volume dei redditi dichiarati (57,5 miliardi di euro, -4,3%) e dell’Irpef versata (8,2 miliardi di euro, -8,5%). Un ulteriore effetto della pandemia, fotografato da uno studio della Fondazione Leone Moressa su dati MEF – Dipartimento delle Finanze relativi alle dichiarazioni dei redditi 2021 (a.i. 2020), secondo il quale, ediamente, ciascun contribuente nato all’estero nel 2021 ha dichiarato 14.360 euro e versato Irpef per 3.270 euro.

Disuguaglianza di reddito. Tra i contribuenti nati all’estero, quasi la metà (48,7%) ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 10 mila euro. Tra i nati in Italia, in quella classe di reddito si attesta solo il 29,5% dei contribuenti. Per entrambi i gruppi la componente compresa tra 10 e 25 mila euro rappresenta circa 40 contribuenti su 100 (39,8% per i nati all’estero e 40,0% per i nati in Italia). Molto diversa invece la situazione per i redditi oltre 25 mila euro: appena l’11,5% dei contribuenti nati all’estero si colloca in questa fascia (solo l’1,8% sopra i 50 mila), contro il 30,5% dei nati in Italia (6,0% sopra i 50 mila).

Concentrazione al Centro-Nord. Oltre la metà dei contribuenti nati all’estero si concentra in quattro regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Mediamente i contribuenti stranieri rappresentano il 10,1% del totale, ma nelle regioni del Centro-Nord i valori si alzano, raggiungendo il valore massimo in Trentino A.A. (15,4%).
Tuttavia, il differenziale tra redditi tra nati in Italia e nati all’estero rimane piuttosto elevato: mediamente, in Italia, un contribuente nato all’estero ha dichiarato 14.360 euro, 8 mila euro in meno rispetto ad un contribuente italiano. Differenza che sale oltre i 10 mila euro in quattro regioni. I contribuenti nati all’estero “più ricchi” sono in Lombardia e Friuli V.G. (oltre 16 mila euro); i più poveri, invece, si registrano in Calabria, con meno di 9 mila euro annui.

A livello provinciale, il primato spetta a Prato, con 23,4 contribuenti stranieri ogni 100. Tra le grandi città, Milano registra un’incidenza del 14,5%. Nettamente superiori alla media nazionale anche Genova e Firenze.

Paesi d’origine. Il 15,7% dei contribuenti nati all’estero è nato in Romania (654 mila). Seguono Albania (330 mila), Marocco (255 mila) e Cina (192 mila).
Mediamente la componente femminile si attesta al 44,6%, con picchi molto più alti tra i paesi dell’Est Europa (Ucraina, Moldavia, Polonia) e dell’America Latina (Perù, Brasile). I paesi Ue e dell’Europa occidentale presentano generalmente valori medi di reddito e di Irpef versata più alti, in linea con i nati in Italia.

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, “i contribuenti immigrati in Italia rappresentano una componente importante per la fiscalità nazionale, anche se il loro potenziale è ancora limitato a causa di irregolarità, lavoro nero e scarsa mobilità sociale.

Ulteriori dati nel comunicato della Fondazione Leone Moressa