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03 febbraio 2022

Il presidente Mattarella saluta i migranti, "preziosi per l’Italia"”


Nel discorso in Parlamento, anche un richiamo alla "dignità interrogata dalle migrazioni"

L’Italia a cui guarda Sergio Mattarella all’inizio del suo nuovo mandato è anche l’Italia dei migranti. E a quanti già vivono qui, a quanti rischiano la vita per arrivare e a quanti sono vittime di trafficanti e sfruttatori, il Presidente della Repubblica ha rivolto più di un pensiero oggi pomeriggio, mentre indicava al Parlamento, dopo il giuramento, l’”orizzonte che abbiamo davanti”, quel “Paese che cresca in unità" e in "cui le disuguaglianze - territoriali e sociali - che attraversano le nostre comunità vengano meno”.

Mattarella ha citato gli italiani all’estero, migranti anche loro: “Ai numerosi nostri connazionali presenti nelle più diverse parti del globo va il mio saluto affettuoso, insieme al riconoscimento per il contributo che danno alla comprensione dell’identità italiana nel mondo”. Ha quindi voluto inviare “un messaggio di amicizia alle numerose comunità straniere presenti in Italia: la loro affezione nei confronti del nostro Paese in cui hanno scelto di vivere e il loro apporto alla vita della nostra società sono preziosi”.

Il discorso del Capo dello Stato si è concentrato sul concetto di “dignità”, che ha “un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società”. La dignità è negata dalle morti sul lavoro, dalla povertà e dalla precarietà, dalla violenza sulle donne, dall’abbandono scolastico, dalle mafie e da molte altre piaghe.

“Dignità - ha aggiunto il Presidente della Repubblica - è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ognuno di noi”. Inoltre, “la nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti dignità umana agli altri”. Ed è "anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani”.