Nel 2019 sono in crescita le associazioni che operano a favore dei cittadini stranieri iscritte al Registro del Ministero del Lavoro. In particolare, 789 sono gli enti della Prima sezione del Registro, impegnati in attività a favore dell'integrazione sociale degli stranieri, e 187 quelli iscritti alla Seconda Sezione, che svolgono assistenza sociale e prestano servizi in materia di violenza contro le donne, prostituzione, tratta, violenza e abusi sui minori, assistenza ai lavoratori in condizione di grave sfruttamento. È quanto emerge dal Report realizzato dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro, in collaborazione con ISTAT, a partire dall’elaborazione dei dati contenuti nelle relazioni che gli enti iscritti sono tenuti ad inviare annualmente.
Il documento è articolato in tre parti. La prima offre una panoramica sugli enti iscritti alla Prima e alla Seconda sezione del Registro in relazione a variabili quali la forma giuridica, la distribuzione territoriale, l’ambito geografico di intervento, la tendenza ad aderire a network sia a base territoriale che tematica e i settori di attività prevalenti. Inoltre, viene analizzata la propensione o meno a lavorare in partenariato sui singoli progetti e le caratteristiche dei rappresentanti legali in relazione a genere e nazionalità di provenienza. La seconda e la terza parte sono dedicate ai progetti realizzati rispettivamente dagli enti iscritti alla Prima e alla Seconda sezione, con approfondimenti sulla tipologia di attività realizzate, i fondi utilizzati, i beneficiari degli interventi e le risorse umane impiegate.
Il report vuole rappresentare uno strumento di agevole lettura messo a disposizione di tutti, anche i non addetti ai lavori, per conoscere l’impegno del terzo settore per l’inclusione dei cittadini migranti e per la coesione sociale. L’analisi è relativa alle attività svolte nel 2019, pertanto non tiene conto delle conseguenze della diffusione dell’epidemia da Covid-19 che hanno introdotto nuove criticità e stanno richiedendo alle associazioni grandi capacità di adattamento per rispondere ai bisogni di gruppi della popolazione resi ancor più vulnerabili dalla crisi sanitaria e sociale in corso.
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