HomeRicerca NewsLa rappresentazione inclusiva dei media italiani. Pubblicato il "Diversity Media Report 2021"



14 giugno 2021

La rappresentazione inclusiva dei media italiani. Pubblicato il "Diversity Media Report 2021"


A raccontare e valorizzare le diversità sono sempre di più le serie televisive e il mondo digital

Il 10 giugno è stato presentato in diretta streaming il Diversity Media Report 2021, la ricerca annuale sulla rappresentazione inclusiva nei media italiani condotta da Diversity con l’Osservatorio di Pavia e un pool proveniente dalle maggiori università italiane.

Presentate anche le nomination per la sesta edizione degli Oscar dell’inclusione, i Diversity Media Awards 2021, che premiano i contenuti mediali e i personaggi che si sono distinti per una rappresentazione valorizzante della diversità nelle aree di genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, etnia, disabilità, età e generazioni. Fino al 25 giugno chiunque potrà votare su www.diversitylab.it nelle seguenti categorie: Miglior Film, Miglior Serie TV Italiana, Miglior Serie TV Straniera, Miglior Programma TV, Miglior Programma Radio, Miglior Campagna Pubblicitaria, Personaggio dell’anno, Creator dell’anno, Miglior prodotto digitale e Miglior Serie Kids. Durante l’evento saranno attribuiti anche i riconoscimenti all’informazione: Miglior TG, Miglior Articolo Stampa Quotidiani, Miglior Articolo Stampa Periodici, Miglior Articolo Stampa Web.


I dati della Ricerca

Informazione

L’emergenza Covid-19 ha monopolizzato l’agenda dei principali TG nazionali del 2020, a partire dal mese di febbraio, con un andamento che rallenta solo nei tre mesi estivi. Nel complesso, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020, su 42.953 notizie totali, sono ben 19.574 quelle dedicate all’emergenza Covid-19 con un’incidenza media del 46% (e picchi del 90% nel mese di marzo 2020).

La pandemia è stata veicolata principalmente attraverso un’informazione di tipo emergenziale, focalizzata sugli aspetti epidemiologici, sanitari ed economici, con grande spazio dato alle Istituzioni e ai “numeri” della pandemia, a discapito del racconto delle problematiche delle persone e in particolare di interi gruppi sociali appartenenti alle 5 diversity oggetto di studio: (dis)abilità, etnia, generazioni, genere, identità LGBT+. Ben l’87% di tutte le notizie Covid-19 non ha interessato nessuna delle 5 diversity oggetto dell’indagine. Rispetto allo scorso anno, l’incidenza delle 5 diversity nell’agenda complessiva dei TG italiani (42.953 notizie) subisce un calo complessivo di 6 punti percentuali, passando dal 23% del 2019 al 17% del 2020.

Le 3 diversity più penalizzate dal Covid-19 sono quelle che, nel 2018 e nel 2019, avevano ricevuto una copertura più elevata e più costante rispetto alle altre: Generazione (-2,2%), Etnia (-3,05%) e Genere (-3,26%). Nonostante il calo, queste 3 diversity rimangono quelle con la maggior copertura mediatica, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto, mentre (dis)abilità e LGBT+ continuano a ricevere una attenzione minima e scostante, e risentono meno della contingenza pandemica.

Anche guardando alla tipologia di notizie che hanno riguardato le diversity, non si riscontra un’evoluzione rispetto agli anni precedenti. Se la categoria delle Generazioni ha visto aumentare le notizie riguardanti Scienza e Salute (25,5%) e Istruzione (16,5%) per via delle conseguenze del Covid-19 sugli anziani e sui giovani, la trattazione di tutte le altre diversity continua ad essere dettata dalla Cronaca e spesso dalla Criminalità. Si è parlato di Etnia in attinenza a casi specifici di Politica Estera (come Patrick Zaki e Silvia Romano) oppure a casi di Criminalità dettata da odio razziale (come gli omicidi di Willy Montero Duarte e George Floyd e la reazione attiva del movimento Black Lives Matter). Si è parlato di donne non per il peso della pandemia sulla loro condizione, ma ancora per eventi di Criminalità (37,1%) fra cui femminicidi, stupri, molestie (più di 1 notizia su 10). Circa un terzo delle notizie dulla (Dis)abilità riguarda eventi di Cronaca (27,8%), fra cui l’incidente di Alex Zanardi. Infine, per la diversity LGBT+ le notizie sono perlopiù correlate a eventi come la giornata mondiale contro l’omofobia o fatti di cronaca nera, come l’omicidio di Maria Paola Gaglione.


Intrattenimento

Se sul fronte dell’informazione si assiste quindi a una stasi nelle modalità in cui vengono raccontate le diversity e a una riduzione del numero di notizie, l’intrattenimento si conferma più attento al racconto delle diversity, con un’evoluzione dello storytelling verso un approccio sempre più intersezionale e lontano da stereotipi, seppur con alcune differenze tra i diversi comparti, anche in relazione alle diverse conseguenze dell’emergenza sanitaria sui vari media.

La serialità italiana nel 2020 sembra aver intercettato il tema dell’etnia e delle seconde generazioni, spesso intrecciato ad altri, secondo un approccio intersezionale presente però con più frequenza nelle serie pensate per un pubblico più giovane (Summertime, SKAM, We are who we are) e fruibili sulle piattaforme di streaming. Rientra in questo filone anche la serie Mental, che nell’anno della pandemia ha portato alla luce il tema della salute mentale, ancora troppo avvolto da stigmi e preconcetti culturali e sociali. Il settore cinematografico ha mostrato invece una rinnovata attenzione alla dimensione relazionale e domestica, volta a raccontare lo spaccato di una società problematica e complessa su più livelli, da quello familiare a quello sociale, per una ricerca di empatia con il pubblico, ma con una rappresentazione delle diversità meno frequente rispetto allo scorso anno e soprattutto ancora troppo ancorata ad una narrazione paternalistica, a tratti giustificativa della diversità. Anche nei programmi TV si riscontra un’attenzione al racconto personale (Tu non sai chi sono io, Quello che è – Nuove storie italiane) ma emerge la volontà di cercare storie differenti, che finora non avevano avuti grandi spazi (etnia, età, identità di genere).

Vero protagonista del 2020 è il mondo digital: la possibilità di una produzione ininterrotta di contenuti anche nelle fasi più stringenti del lockdown, ha avvicinato molte più persone a una rappresentazione della diversità di qualità, che ha visto l’affermarsi del concetto di attivismo digitale con un’attenzione considerevole per l’intersezionalità e la voglia di scardinare narrazioni e linguaggi stereotipati e nocivi.


Il "Diversity Media Report" e i "Diversity Media Awards" sono realizzati con il supporto della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, il patrocinio del Comune di Milano, il sostegno del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani e grazie al supporto di aziende come Airbnb, Google, Diesel. L’evento Diversity Media Awards è prodotto da ShowReel.




Fonte: Diversity