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25 maggio 2021

Voce alla diaspora albanese in Italia


Un’occasione di scambio e riflessione su inclusione, appartenenza, e bisogni emergenti

Si è svolto giovedì 20 maggio il webinar dedicato alla comunità albanese, nel quadro del ciclo di incontri promosso dalla Direzione Generale dell’Immigrazione dal titolo “Voce alla Diaspora” che vedrà coinvolte alcune fra le comunità straniere più numerose nel nostro Paese.

Un’iniziativa che, come sottolineato dalla Direttrice Generale dell’Immigrazione, Tatiana Esposito, ha il duplice obiettivo di condividere con i cittadini di Paesi Terzi e con le associazioni che li rappresentano, alcune delle iniziative messe in campo dal Ministero del Lavoro per la promozione di canali di migrazione legale e per l’empowerment dell’associazionismo straniero e, insieme, di raccogliere dai rappresentanti della diaspora considerazioni e suggerimenti utili per la futura programmazione.

All’incontro era presente anche l’Ambasciatrice della Repubblica Albanese in Italia, Anila Bitri Lani, che ha sottolineato come il percorso di crescita che cittadini italiani e albanesi hanno costruito insieme in questi 30 anni dal primo abbraccio fra le due comunità, rappresenti un modello di integrazione e convivenza. Fitti sono gli scambi fra le due comunità, sia in Italia che in Albania, che hanno portato alla nascita di quella che l’ambasciatrice ha definito una società italo-albanese, un legame di cui le istituzioni devono avere cura e che si traduce anche nel grande contributo che le associazioni di cittadini albanesi, spesso create insieme a cittadini italiani, offrono alla collettività tutta.

Per progettare politiche efficaci e aderenti ai bisogni delle persone, sono imprescindibili gli strumenti di conoscenza dedicati ai diversi aspetti del fenomeno migratorio che da quasi un decennio la Direzione Generale dell’immigrazione edita. Fra questi la collana dedicata alle comunità di migranti non-UE più numerose. Anche nel webinar si è voluto partire proprio dai dati, con l’illustrazione delle caratteristiche salienti della presenza albanese in Italia (per approfondire leggi il report “La comunità albanese in Italia 2020”), seconda per numero di presenze fra i cittadini non comunitari.

I cittadini albanesi in Italia manifestano un interesse concreto a investire nel proprio Paese di origine. È quanto rilevato dallo studio realizzato dal CeSPI dal titolo “Mapping and profiling the Albanian Diaspora in Italy”, su incarico dell’Ufficio in Albania dell’Organizzazione Internazionale per la Migrazione (OIM). La ricerca si inserisce nel quadro del programma triennale “Engage the Albanian Diaspora to the Social and Economic Development of Albania” (2018-2020), finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, elaborato ed attuato in accordo con il governo albanese (https://albania.iom.int/diaspora). Le principali risultanze dello studio sono state presentate nel webinar da Daniele Frigeri, Direttore del CeSPI che ha sottolineato anche come le principali criticità riferite dal campione intervistato per la ricerca siano relative all’accesso al credito e agli strumenti di valorizzazione delle rimesse, nonché alla necessità della diaspora di essere maggiormente inclusa nei processi di sviluppo del proprio Paese di origine. Emerge anche una richiesta di targettizzazione delle iniziative mirate ai settori più interessanti per gli investimenti, ma anche ai diversi profili della diaspora, in grado di valorizzarne le specificità.

Un’importante ambito di intervento della Direzione Generale dell’Immigrazione riguarda la formazione pre-partenza, ovvero i progetti di formazione professionale e civico-linguistica (a valere su fondi FAMI) indirizzati ai cittadini e alle cittadine albanesi che intendono fare ingresso in Italia per ricongiungimento familiare o per motivi di lavoro subordinato o di formazione professionale. Progetti che sono stati illustrati dai referenti delle 4 iniziative attualmente in campo: Before you go, che vede coinvolti oltre 230 beneficiari; Ponte Adriatico il cui obiettivo è anche creare un ponte tra un bacino di lavoratori di Albania e la forte richiesta delle imprese dell’Emilia-Romagna nei settori dell’agricoltura e del turismo; Traiettorie, che prevede anche una formazione sull’auto-imprenditorialità; Forma 2, alla sua seconda edizione, che offre servizi di assistenza e formazione a supporto dei percorsi di ricongiungimento.

Coinvolgere le associazioni di cittadini stranieri nei processi consultivi e decisionali volti alla programmazione di politiche di integrazione è una priorità evidenziata in tutti i documenti strategico-programmativi dell’Unione, fra cui il Nuovo Piano d’Azione per l’integrazione e l’inclusione pubblicato dalla Commissione europea lo scorso autunno. A questa volontà sono da ricondurre anche gli interventi avviati dalla Regioni nell’Ambito dell’Avviso IMPACT (1/2018 pubblicato dalla DG Immigrazione, a valere su Fondo FAMI) e volti all’empowerment dell’Associazionismo straniero tramite azioni di formazione, capacity building, campagne di sensibilizzazione e l’apertura di sportelli specificamente dedicati alle associazioni migranti. Nel webinar con la comunità albanese sono stati anche presentati i progetti in corso di realizzazione da parte dei Comuni per l’inclusione nelle aree urbane a maggiore vulnerabilità sociale, con il sostegno del Fondo Nazionale Politiche Migratorie. Gli interventi dei Comuni coprono un’ampia gamma di ambiti: dall’inserimento socio-lavorativo, all’accesso alla casa, all’inclusione degli studenti stranieri, ai corsi di lingua italiana, all’accesso ai servizi. In molti casi i Comuni prevedono interventi rivolti direttamente alle associazioni di migranti, o intendono coinvolgere queste nella progettazione e realizzazione delle azioni. A disposizione delle associazioni di stranieri, così come di tutta la popolazione migrante e degli operatori del settore, ci sono gli strumenti di informazione del portale Integrazione Migranti, da poco on line in una versione rivisitata e più fruibile.

Ricca e qualificata è stata la partecipazione delle associazioni della diaspora albanese che, nei momenti di dibattito hanno sottolineato come dal radicamento della comunità sia scaturito da tempo un forte senso di appartenenza dei cittadini albanesi al nostro Paese. A partire dalla notevole presenza delle nuove generazioni, giovani italiani per cui sarebbe prezioso coltivare anche il legame con il Paese d’origine, attraverso, per esempio, l’insegnamento della lingua albanese nelle scuole. Forte è la richiesta di attenzione da parte delle istituzioni competenti al tema dei trattamenti pensionistici, anche in un’ottica di circolarità dei percorsi migratori che caratterizza la comunità. Dagli interventi dei rappresentanti delle associazioni è emerso un apprezzamento per le iniziative promosse dal Ministero, ma anche l’esigenza di percorsi formativi sull’imprenditorialità, per offrire agli imprenditori albanesi strumenti per la gestione delle imprese e per la loro sostenibilità nel lungo periodo. Unanime il plauso, da parte delle associazioni partecipanti, per la nomina di Luljeta Cobanaj, Coordinatrice per la Diaspora presso il Consolato Generale della Repubblica di Albania a Milano, presente all’incontro, che testimonia la consapevolezza del governo albanese dell’importanza del mondo associativo, oltre alla volontà di costruire un ponte tra le associazioni e le istituzioni – albanesi e italiane – che favorisca una collaborazione più stretta e fattiva per il futuro.

Le associazioni costituite da cittadini albanesi sono una realtà vivace e strutturata capace di promuovere una ricchissima offerta di attività sociali e culturali a beneficio dell’intera cittadinanza, anche in virtù delle professionalità di alto profilo che spesso coinvolge. Per questo la Direttrice Generale dell’Immigrazione, nelle sue conclusioni ha ribadito come le associazioni rappresentino per il Ministero un partner prezioso in grado di contribuire positivamente alla costruzione di una società coesa e inclusiva.

(25 maggio 2021)