
Il contrasto al lavoro sommerso e la promozione del lavoro dignitoso in agricoltura sono stati i temi al centro della Conferenza internazionale “La promozione del lavoro dignitoso in agricoltura. Fair work: promoting decent work in agricolture” svoltasi il 2 dicembre scorso e organizzata dal Ministero del Lavoro e dall’Ufficio per l’Italia dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
La conferenza, come ha ricordato in apertura Romolo De Camillis, Direttore Generale della DG Rapporti di lavoro e relazioni industriali del Ministero del Lavoro, si inseriva nell’ambito della Campagna #EU4FairWork, promossa dalla Commissione Europea per i vantaggi del lavoro regolare. La campagna ha avuto un grande successo anche in Italia, dove è stata declinata con il claim “Lavoro regolare: un valore per te, un valore per tutti”. In particolare, la conferenza è stata dedicata al tema del lavoro dignitoso in agricoltura, settore centrale nel nostro Paese, la cui rilevanza è stata resa ancor più evidente nell’attuale fase pandemica. “Settore in cui però - ha sottolineato De Camillis – si registra un alto tasso di lavoro sommerso, il che rende ancor più necessario porre al centro del dibattito questioni come condizioni di lavoro eque per tutti, garanzia dei diritti e delle prestazioni sociali e giuste retribuzioni”.
Nell'ambito del primo panel dedicato a “Il quadro normativo e le politiche internazionali ed europee per il contrasto allo sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso", Elodie Fazi, della Direzione Generale occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione Europea, ha illustrato i benefici della Piattaforma europea contro il lavoro non dichiarato, creata nel 2016: la condivisione tra enti, parti sociali e organizzazioni datoriali che ha creato un network di fiducia accelerando la collaborazione tra gli Stati membri sulle misure che vengono adottate. "I fondi europei aiutano i Paesi europei e – ha affermato Fazi - siamo certi che l'Italia avrà un ruolo fondamentale nel supportare l'Autorità Europea del Lavoro per trasformare il lavoro sommerso in lavoro dichiarato".
Se alle istituzioni compete il lavoro di elaborazione di strumenti, politiche e iniziative per il contrasto al lavoro sommerso, quando parliamo di dignità del lavoro il ruolo delle parti sociali resta insostituibile così come fondamentale è la sinergia tra diversi attori con differenti responsabilità.
Alessandro Apolito, dirigente dell’Area economica della Confederazione Nazionale Coldiretti, ha affermato che centrale nella lotta al lavoro sommerso resta l’operazione culturale diretta ai consumatori. Le scelte dei consumatori sono scelte che indirizzano tutta la filiera, ma fino a che si continuerà con la politica del sottocosto ci sarà sfruttamento. “Indispensabile è che il nostro Paese recepisca la Direttiva UE contro le pratiche commerciali scorrette nella filiera agroalimentare, e che lavori al divieto delle aste a doppio ribasso, che sono il caporalato in giacca e cravatta e che comportano l’impossibilità di remunerazione per ogni anello della filiera”. Giovanni Mininni, Segretario nazionale FLAI CGIL, che si è fatto portavoce di tutte e tre le confederazioni sindacali, ha ricordato che bisogna sostenere "un'alleanza per uscire dalla situazione di diffusa legalità". Ha lanciato un appello alle istituzioni per aumentare gli sforzi al fine di migliorare la rete del lavoratore agricolo di qualità perché è all'interno delle sezioni territoriali che vengono decisi i piani di intervento.
Il secondo panel della Conferenza ha presentato un focus sul Piano Triennale contro lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, che, adottato a Febbraio 2020, prevede un orizzonte temporale di tre anni. A introdurlo Tatiana Esposito, Direttrice Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro. “È importante considerare l’alta incidenza di lavoratori stranieri nel comparto agricolo che nel 2018 è più che raddoppiata, come anche la predominanza di tipologie contrattuali a tempo determinato”. Il mondo del lavoro agricolo ha un tasso di lavoro irregolare più alto degli altri settori e, ha affermato Esposito, “dove c’è irregolarità si annida il fenomeno dello sfruttamento, soprattutto per quei lavoratori che presentano delle condizioni di vulnerabilità, il che può tradursi in condizioni di lavoro e di vita degradanti”.
In apertura dell’approfondimento dedicato al Piano è intervenuto anche Simone Marino della Direzione Generale per il supporto alle riforme strutturali della Commissione Europea, che ha chiarito l'importanza di "un mercato legale di offerta e domanda di prestazioni lavorative, la necessità di costruire una rete per la presa in cura delle persone sfruttate e la sfida a combattere culturalmente il caporalato con azioni concrete e collaborando a livello locale". Perché “il progetto europeo è un progetto sociale, e implica una battaglia per riaffermare i valori europei fra cui quello della giustizia sociale”.
La mancanza di un sistema di elaborazione e messa a disposizione delle informazioni raccolte dalle istituzioni nazionali e territoriali responsabili dei vari aspetti dello sfruttamento lavorativo rende particolarmente complessa la programmazione e gestione degli interventi. Per questo il Piano Triennale individua come prima azione prioritaria la costruzione di “un sistema informativo che ha l'ambizioso obiettivo di pianificare, gestire e monitorare il mercato del lavoro agricolo", come affermato da Grazia Strano, Direttrice Generale della DG dei Sistemi informativi, dell'innovazione tecnologica, del monitoraggio dati e della comunicazione del Ministero del Lavoro. I passi da compiere per l’implementazione del Sistema vanno “dall’identificare le fonti informative mettendo insieme dati amministrativi e dati statistici, grazie alla collaborazione con INL, ANPAL, INPS, INAIL, Ministeri dell'Interno, dei Trasporti, delle Politiche Agricole e ANCI; al mettere a disposizione di tutti i dati dei fornitori; al costruire mappe di rischio utili agli organi di vigilanza per attività di intervento più mirate ed efficaci; al fungere da collettore nel fornire informazioni aggregate ai diversi soggetti”. Il Sistema informativo – ha concluso Strano –è concepito come un "hub", messo a disposizione della collettività.
Fra le esperienze significative già avviate nell’ambito del Piano triennale, un grande ruolo stanno avendo le operazioni di vigilanza sui territori anche in un’ottica di prevenzione del fenomeno. A questo proposito, Orazio Parisi, Direttore Centrale dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha affermato che “i risultati sono straordinari rispetto alle annualità precedenti. È cambiata la progettazione ed è stato abbandonato l’approccio repressivo. Abbiamo impiantato in campo la progettazione, la sinergia con le Procure e le associazioni migranti. Ciò ha significato una maggiore fiducia dei cittadini migranti che denunciano spontaneamente le situazioni di irregolarità. Bisogna migliorare la presa in carico delle vittime, anche perché le organizzazioni criminali stanno reagendo con minacce ai lavoratori e una loro ulteriore marginalizzazione”. Ai successi raggiunti sta contribuendo in modo determinante il coinvolgimento, nelle task force multi-agenzia dedicate alla vigilanza, dei mediatori interculturali dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni. Secondo Laurence Hart, Direttore dell’ufficio di coordinamento per il Mediterraneo di OIM “la presenza dei mediatori è essenziale per costruire il rapporto di fiducia, è un elemento unificante. Si tratta di mediatori specializzati ed esperti di diritto dell’immigrazione presenti su tutto il territorio nazionale”.
Caterina Amicucci, del Consorzio Nova, ha posto l'accento sui risultati del progetto #SuPrEme che si inserisce nell'ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato. Sul tema, ha ricordato che "il progetto, con una dotazione finanziaria di 33,6 milioni di euro, sostiene interventi urgenti negli insediamenti informali esistenti, attività ispettiva, interventi sanitari, ricerca e mappatura".
Il Direttore dell'Ufficio OIL per l'Italia e San Marino, Gianni Rosas, ha evidenziato che l'Organizzazione Internazionale del Lavoro dalla sua costituzione ha chiesto agli Stati di intervenire per garantire i diritti dei lavoratori e promuovere il lavoro dignitoso; ha sottolineato, inoltre, che "il Piano triennale italiano, in un’ottica comparativa con gli altri Stati europei, rappresenta uno strumento d'avanguardia per ampiezza dell’universo di riferimento e integrazione degli strumenti previsti".
Dopo una disamina delle esperienze già avviate nell’ambito del Piano Triennale, l’incontro ha permesso di rivolgere lo sguardo al futuro, a partire dal Nuovo Piano d’azione europeo per l’integrazione e l’inclusione, di recente approvazione. A illustrarlo Laura Corrado, Capo dell'Il Unità responsabile per la migrazione legale e l'integrazione della Commissione Europea. “Il Piano nasce da una valutazione sul piano del 2016 e da diverse consultazioni con Stati membri, autorità regionali e locali, società civile - ha spiegato Corrado – ed è rivolto a cittadini di Paesi terzi e persone con background migratorio. Il Piano definisce misure per intensificare l'azione e riunire gli attori a tutti i livelli in uno sforzo comune per raggiungere l'integrazione e l'inclusione e identifica 4 settori di intervento: educazione e formazione, accesso al mercato del lavoro, promozione dell'accesso ai servizi sanitari, accesso ad alloggi adeguati".
La conferenza è stata chiusa dall’intervento di Nunzia Catalfo, Ministra del Lavoro, che, dopo aver ribadito l’impegno del Ministero nell’ambito del contrasto allo sfruttamento lavorativo, ha riassunto i primi risultati raggiunti con la call lanciata insieme all’Organizzazione Internazionale del Lavoro il 4 novembre scorso, finalizzata a raccogliere segnalazioni di esperienze significative per la promozione del lavoro dignitoso in agricoltura. "Sono pervenute oltre 100 proposte, che saranno vagliate da un gruppo di esperti composto da rappresentanti del Ministero, di ILO e della Commissione europea. La risposta alla call, prevenute da soggetti appartenenti a un ampio ventaglio di organizzazioni pubbliche e private, testimonia la crescente consapevolezza dell'importanza di sostenere una filiera agricola equa a vantaggio di tutta la società. Nell'ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, inoltre, è stata avviata un'altra iniziativa che ha l'obiettivo di sensibilizzare la comunità sul tema dello sfruttamento lavorativo delle persone migranti in agricoltura, della legalità, dell'accoglienza e della giustizia sociale".
"Questa mattinata – ha proseguito la Ministra - è stata principalmente dedicata allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, ma siamo consapevoli che il fenomeno interessa anche altri settori, come l'edilizia, il tessile e la logistica, nei quali stiamo agendo con iniziative e interventi mirati. L'intento è quello di neutralizzare l'azione del caporale che interviene nell'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro, a tal proposito raccogliendo le istanze delle parti sociali, abbiamo creato l'applicazione restoincampo. Naturalmente sono azioni che vanno rafforzate e l'impegno del Ministero del Lavoro continuerà anche all'interno dei temi trattati dal G20”.
Concludendo il suo intervento, Catalfo ha ringraziato tutti per il lavoro svolto e si è complimentata con il dottor Lorenzo Spadavecchia, che nel corso dell'evento è stato premiato per la miglior tesi di laurea nelle materie attinenti alle finalità dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro con una borsa di studio istituita dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con l'Ufficio OIL per l'Italia e San Marino.