I rifugiati e i migranti (EDT, 2018) è un libro pensato per raccontare e spiegare ai bambini cosa c’è dietro alle notizie che sentono distrattamente al telegiornale rispetto al fenomeno migratorio. È stato scritto e illustrato dalle inglesi Ceri Roberts e Hanane Kay (e poi tradotto in italiano da Anselmo Roveda) e fa parte di un serie di libri, “Bambini nel mondo”, nati con lo stesso spirito, come Il razzismo e l’intolleranza, La povertà e la fame, I conflitti globali.
Ciò che rende particolare questo libro, oltre alla capacità evocativa delle immagini e a un linguaggio semplice e chiaro, è il tentativo di mostrare il tema dei rifugiati e dei migranti non attraverso le loro differenze rispetto a noi, bensì attraverso ciò che ci accomuna a queste persone costrette per diversi motivi a lasciare il loro paese di origine, rivolgendosi in particolare ai bambini e alle loro esperienze quotidiane – non dimentichiamoci che fra i migranti che ogni giorno affrontano i duri viaggi verso un nuovo paese in cui vivere ci sono anche minori, con le proprie famiglie o soli, “non accompagnati”. E così la sensazione di paura e smarrimento che può cogliere chiunque, in particolar modo i più piccoli, nel perdere di vista per qualche minuto i propri cari per strada o al supermercato può farci immedesimare, anche solo per un momento, in quello che prova un migrante. Oppure pensiamo a quando abbiamo fatto il nostro ultimo trasloco e alle difficoltà di mettere le nostre vite in una valigia, mentre un migrante probabilmente non ha avuto nemmeno il tempo di farla e comunque non ha potuto portarsela dietro per tutto il viaggio; o alla tenda del campeggio, per noi una vacanza scomoda ma divertente, ma per alcuni migranti l’unico luogo che possa avere la parvenza di una casa nell’attesa di conoscere il proprio futuro.
I brevi testi de I rifugiati e i migranti ossono essere letti prima di andare a dormire, al posto delle favole della buonanotte, per sensibilizzare i bambini e aiutarli a capire la complessità del mondo, mostrando loro che ognuno di noi può fare qualcosa per aiutare chi è meno fortunato. Ma sarebbe riduttivo pensare che gli unici destinatari di questo messaggio siano i bambini: è in realtà un monito per tutti, l’auspicio che la diffusione della conoscenza possa agire come deterrente nel contrastare indifferenza, pregiudizi e stereotipi.
La pagina dedicata al libro.