
Assicurare nelle strutture di accoglienza il rigoroso rispetto delle misure di contenimento della diffusione del virus previste a livello nazionale per evitare l'esposizione ai rischi di contagio per i migranti accolti e per gli operatori, nonché di generare situazioni di allarme sociale dovute al mancato rispetto, da parte dei primi, dell'obbligo di rimanere all'interno delle rispettive strutture. È questa una delle raccomandazione che la Circolare del Ministero dell'Interno del 1° aprile scorso rivolge ai Prefetti.
All'arrivo in Italia, precisa la Circolare, i migranti dovranno essere "sottoposti prioritariamente al previsto screening da parte delle competenti autorità sanitarie" per accertare che non presentino patologie infettive o sintomi riconducibili al coronavirus Covid-19. Successivamente vanno applicate le misure di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni, al termine del quale se non sono emersi casi di positività al virus, i migranti potranno, ove ritenuto necessario, essere trasferiti in altra struttura di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria.
Quando i migranti arrivano nelle strutture, precisa il Viminale, a loro deve essere assicurata, in modo ampio e aggiornato, la massima informazione dagli enti gestori dei centri, con l'ausilio dei mediatori culturali. Debbono essere messi a conoscenza dei rischi della diffusione del virus, delle prescrizioni igienico-sanitarie, del distanziamento all'interno dei centri, delle limitazioni degli spostamenti. E ancora, nei casi di misure stringenti per episodi di isolamento fiduciario o di quarantena, sull'esigenza del loro assoluto rispetto.
Infine, chiarisce la circolare, sino al termine delle misure emergenziali in atto, per impedire gli spostamenti sul territorio - «dovrà essere garantita e monitorata la prosecuzione dell'accoglienza anche a favore di coloro che non hanno più titolo a permanere nei centri».
- Circolare del 1° Aprile 2020