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26 agosto 2020

A Bologna fino al 31 agosto il Festival del Cinema Ritrovato


In programma anche film che raccontano la schiavitù, l'odissea dei rifugiati e il desiderio di indipendenza dei popoli

Fino al 31 agosto, Bologna ospita la XXXIV edizione del Festival Il Cinema Ritrovato, giunto alla sua 34esima edizione. I film della rassegna verranno proiettati in 3 arene, ma anche in streaming.

“L’esperienza della pandemia ci ha lasciato un desiderio fortissimo di ricongiungerci, con la vita e con l’arte – scrivono gli ideatori della rassegna -. Ci siamo resi conto con sconcerto che il cinema può davvero scomparire. Nel mantenere immutato lo spirito del Cinema Ritrovato, questa edizione vuole anche celebrare un nuovo incontro con il cinema. Cinema anno zero", spiegano gli ideatori.

 
Si segnalano, qui di seguito, alcune proposte della sezione Cinemalibero, dedicato alla memoria della regista, attivista e poetessa Sarah Maldoror:
 
di Ritwik Ghatak: Meghe Dhaka Tara (India, 1960), tratto dal romanzo omonimo di Shaktipada Rajguru, emblematica rappresentazione dell'angustia della Partizione avvenuta nel 1947, attraverso la quale fu sancita la suddivisione del subcontinente indiano e la nascita di due stati sovrani, Pakistan e India. La pellicola racconta le ripercussioni emotive che la conseguente crisi dei rifugiati ebbe sulle donne;
 
di Sarah Maldoror: Monangambee (Algeria, 1969), l'opera d'esordio, Aimé Césaire - Le Masque des Mots (Francia, 1987) e Léon G. Damas (Francia, 1994). Tre film, tre viaggi al centro della poesia della negritudine;
 
di Mohammad Reza: Aslani Shatranj-e Baad (Iran, 1976). Film dalle vicende tormentate: dapprima sabotata la sua proiezione al Festival Internazionale di Teheran nel 1976, successivamente, con l'instaurazione della Repubblica islamica nel 1979 viene vietato a causa del contenuto non islamico, mentre le bobine vengono dichiarate perdute. Dopo quasi 45 anni, il film viene riportato alla luce (solo una copia Vhs censurata e di pessima qualità continuò a circolare nei circuiti paralleli) e classificato tra i capolavori perduti più straordinari del cinema d'autore iraniano;
 
di Ruy Guerra: Mueda, Memória e Massacre (Mozambico, 1979) che esamina un episodio risalente all'epoca della resistenza anti-coloniale e noto come "massacro di mueda", avvenuto nel 1960 nella regione di Cabo Delgrado, a pochi chilometri dalla frontiera con la Tanzania. Sebbene caratterizzato da elementi etnici e locali – un conflitto tra gli immigrati makonde in Tanzania e l’amministrazione portoghese – i contorni dell’episodio fecero sì che fosse visto come il punto di svolta che diede inizio alla lotta armata.
 
All'interno della sezione Venezia classici del Festival si segnalano invece tre titoli:
 
Claudine (USA, 1974) di John Berry, film sulle vita contemporanea degli afroamericani che racconta di speranze, lotte, sconfitte e frustrazioni di persone comuni. Si tratta inoltre del primo film prodotto da Third World Cinema, compagnia fondata cinque anni fa per fornire strutture di formazione agli afroamericani e ai portoricani interessati a girare e produrre film che riflettano l'esperienza delle minoranze in America;
 
Den Muso (Mali, 1975) di Souleymane Cissé pone attenzione sulla condizione femminile, imbastendo un parallelismo tra la sorte della protagonista e quella del continente africano, che, in entrambi i casi, poggia su gambe incerte;
 
La última cena di Tomás Gutiérrez Alea, da un'idea suggerita dal saggio economico El Ingenio (1964) dello storico Manuel Moreno Fraginals, film in forma di parabola che tratta il tema della schiavitù nel Settecento.
 
Per maggiori informazioni e per il programma completo vai al sito del Festival Il Cinema Ritrovato
 
 

 

 

         



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