All’inizio del 2019, in Emilia-Romagna, poco più di 18 mila cittadini non Ue (il 4,3% dei soggiornanti regolari) hanno un permesso di soggiorno per richiedenti o per titolari di protezione internazionale e umanitaria, un numero lievemente aumentato rispetto al 2018. Si tratta di persone di genere maschile in 8 casi su 10. Quasi 1 cittadino non-UE su 6, tra coloro che sono entrati in Italia dall’estero nel 2018, è un soggiornante per motivi connessi alla protezione internazionale e umanitaria. Questo aggregato è composto soprattutto da uomini pakistani e nigeriani (considerando soltanto le comunità nazionali più numerose).
È quanto si legge nel nuovo Report regionale di monitoraggio sui richiedenti asilo e rifugiati curato dal Servizio regionale Politiche per l'integrazione sociale, il contrasto alla povertà e terzo settore della Regione Emilia Romagna, appena pubblicato on-line. Giunto ormai alla 14esima edizione, il Report è basato sui dati statistici relativi ai permessi di soggiorno, alle diverse forme di accoglienza istituzionale ed alle attività della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Bologna e della sua sezione di Forlì.
Al 15 dicembre 2019, in Emilia-Romagna sono 7.315 le persone ospitate nei CAS. Il loro numero è in netto calo rispetto ad agosto 2017, quando si è registrato il picco. Gli enti gestori sono 93. L’hub di Bologna è stato chiuso a giugno 2019; a novembre 2019 la struttura è stata riaperta in qualità di CAS. Nel corso dei suoi quasi 5 anni di attività, 32.558 persone sono transitate in questa struttura. La grande maggioranza ne è uscita perché trasferita verso CAS. Il numero medio di giorni di presenza in struttura è aumentato significativamente nel tempo.
All’inizio del 2019, sono 35 i progetti SPRAR/SIPROIMI approvati e finanziati in EmiliaRomagna - 2 in più rispetto ad un anno fa. 3.038 i posti finanziati (al 31 dicembre 2018), 2.382 quelli attivi (stimati al 30 settembre 2019). Tutti i territori provinciali sono coinvolti, sebbene a diversi livelli di intensità. Sono in aumento i progetti, gli Enti locali coinvolti e i posti. Al 30 novembre 2019, presso i progetti per target ordinario, il 55% circa degli accolti è o richiedente asilo, o soggiornante per motivi umanitari o - soprattutto - ricorrente; il 45% ha un permesso di soggiorno per asilo o protezione sussidiaria. In merito al triennio 2020-2022, si prevede un calo della capienza complessiva dei progetti rivolti al target ordinario e ai minori stranieri non accompagnati (circa 500 posti in meno).
3mila sono le istanze di protezione pervenute alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale di Bologna e di Forlì nel 2018. Erano 10.000 un anno prima. Oltre 6.500, circa, quelle esaminate e decise. Quasi 2milla quelle pendenti a fine anno - molte di meno rispetto al 31/12/2017. 219 le potenziali vittime di tratta segnalate; nel 2017 erano 172. Per quanto riguarda gli esiti delle Commissioni, l’asilo e la protezione sussidiaria rendono conto di 1 caso su 14 (4,3% e 2,7%), la protezione umanitaria di più di 1 caso su 6 (15,5%). Negativo è stato l’esito per più di 3 casi su 4 (77,5%). Rilevante la chiusura - negativa - dell’iter per motivi di irreperibilità (12,0%). Nell’ultimo quadriennio, la quota di decisioni di asilo è rimasta sostanzialmente stabile; è diminuito il peso sia della protezione sussidiaria, sia dei motivi umanitari; è incrementato notevolmente il diniego e, in misura minore, l’irreperibilità. Anche quest’anno i cittadini della Somalia hanno la chance più elevata di ottenere l’asilo. Quelli del Marocco e della Tunisia di vedersi negata l’istanza.
Leggi
Richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria in Emilia-Romagna (2019). Quadro statistico sintetico
Le attività della Regione Emilia-Romagna in merito ai richiedenti asilo e rifugiati