Sono on line i nuovi Rapporti annuali sulla presenza dei migranti nelle città metropolitane, curati dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con ANPAL Servizi S.p.A. La quarta edizione (dati al 1° gennaio 2019) presenta nove approfondimenti (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia) e una sintesi comparativa dedicata alle 14 città metropolitane d’Italia (incluse, quindi, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria).
La distribuzione sul territorio nazionale dei 3.717.406 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti mostra che Milano e Roma sono le Città metropolitane che accolgono il maggior numero di regolarmente soggiornanti in Italia (rispettivamente il 12,3% e il 9,4%). Seguono Torino, Firenze, Napoli e Bologna con percentuali tra il 3% ed il 2,2%, mentre nelle altre Città metropolitane si trova meno del 2% dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti al 1° gennaio 2019. Milano risulta prima anche per incidenza, tra i residenti, dei cittadini non comunitari: su 100 persone iscritte in anagrafe, 12 provengono da un Paese non UE. Seguono Firenze (10,1%), Bologna (8,6%) e Roma e Genova (7,4%). Catania, Palermo e Bari fanno rilevare la minore incidenza.
Rispetto ai processi di stabilizzazione delle presenze, la quota di lungosoggiornanti sul totale dei cittadini migranti regolarmente presenti è massima a Venezia (74,9%), Genova (65,4%) e Firenze (62,3%), risultando nelle altre Città metropolitane inferiore alla media nazionale (62,3%). In relazione alle acquisizioni di cittadinanza le Città che accolgono un maggior numero di neocittadini italiani sono invece Milano, Roma e Torino, con rispettivamente 7.630, 5.588 e 3.770 acquisizioni.
Tra i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti si rileva un equilibrio di genere quasi perfetto (uomini 51,7%, donne 48,3%), ma in alcune Città metropolitane, in particolare in quelle del Sud e delle Isole, la composizione di genere della popolazione migrante appare meno equilibrata. L’incidenza dei minori, pari al 21,8% dei regolarmente soggiornanti al livello nazionale, è massima a Venezia, Milano, Torino e Bologna (rispettivamente 23%, 22,6%, 22% e 21,9%), mentre risulta minima a Napoli, Cagliari, Roma e Reggio Calabria (rispettivamente 14,1%, 15,3%, 16,1% e 17,3%).
La quota di occupati sulla popolazione non comunitaria oscilla da un minimo del 48,5% rilevato a Bari, ad un massimo di 69,8% dell’area metropolitana di Milano. In relazione al tasso di disoccupazione, che nel 2019 si attesta a 13,9% per i non comunitari, si rilevano valori minimi a Milano e Bologna (9%) e massimi a Bari (23,1%); infine, relativamente al tasso di inattività, i valori più bassi si registrano a Firenze (22,2%) mentre il più elevato a Bari (37%).
Roma, Milano e Napoli sono le Città metropolitane che ospitano il maggiore numero di imprese individuali a titolarità non comunitaria (rispettivamente 38.329, 33.545 e 20.565), mentre Milano, Firenze e Roma sono quelle in cui si registra la maggiore incidenza di cittadini non comunitari tra i titolari di imprese individuali.
Per quanto riguarda le rimesse, Roma, Milano e Napoli sono le prime Città metropolitane per importi inviati all’estero, con rispettivamente 663, 640 e 228 milioni di euro inviati nel 2018, mentre in coda alla classifica si posizionano Città delle Isole (Cagliari e Messina) e del Sud (Reggio Calabria).
I nove Rapporti sulla presenza dei migranti nelle città metropolitane e il Quaderno di Sintesi sono disponibili sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sul Portale integrazione migranti e sul sito di ANPAL Servizi.
(31 luglio 2020)