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La presenza dei migranti nelle Città metropolitane


On line la quinta edizione dei Rapporti curati dalla Direzione Generale dell'Immigrazione e da Anpal Servizi

Sono on line i nuovi Rapporti annuali sulla presenza dei migranti nelle Città metropolitane, curati dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con ANPAL Servizi S.p.A. La quinta edizione presenta nove approfondimenti (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia) e una sintesi comparativa dedicata alle 14 città metropolitane d’Italia (incluse, quindi, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria). Quast'anno apre i rapporti una prefazione a firma del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando.

La distribuzione sul territorio nazionale dei 3.615.826 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti evidenzia come Milano e Roma siano le Città metropolitane che accolgono il maggior numero di regolarmente soggiornanti in Italia ((rispettivamente il 12,3% e il 9,3%). Seguono Torino, Firenze, Napoli e Bologna con percentuali tra il 3,1% ed il 2,2%, mentre nelle altre Città metropolitane si trova meno del 2% dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti al 1° gennaio 2020. Milano risulta prima anche per incidenza, tra i residenti, dei cittadini non comunitari: su 100 persone iscritte in anagrafe, circa 12 provengono da un Paese non UE. Seguono Genova (7,6%), Venezia (7,5%) e Roma (7,4%), mentre Catania, Palermo e Bari fanno registrare la minore incidenza.

Per la prima volta dopo anni, le presenze regolari calano sensibilmente: -2,7% a livello nazionale, con significative differenze negli andamenti a livello territoriale. Un rilevante aumento nella Città metropolitana di Palermo (+4,9%), un aumento più contenuto a Torino (+1,1%) ed un calo in tutte le altre Città metropolitane, che si fa particolarmente marcato nelle Città metropolitane di Reggio Calabria, Messina e Catania (rispettivamente -10,2%, -9,5%, -7,9%).

Rispetto ai processi di stabilizzazione delle presenze, la quota di lungosoggiornanti sul totale dei cittadini migranti regolarmente presenti è massima a Venezia (74%), Messina (67,3%), Genova (66,9%) e Firenze (64%), risultando nelle altre Città metropolitane inferiore alla media nazionale (63,1%). Relativamente alle concessioni di cittadinanza, nel 2019 se ne contano complessivamente circa 114mila, un numero in aumento del 10% circa rispetto all’anno precedente. Le Città che accolgono un maggior numero di neocittadini italiani sono invece Milano, Roma, Torino e Firenze, mentre Napoli, quinta per numero di regolarmente soggiornanti, si colloca in ottava posizione per acquisizioni di cittadinanza.

Tra i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti si rileva un equilibrio di genere quasi perfetto (uomini 51%, donne 49%), ma in alcune Città metropolitane, in particolare in quelle del Sud e delle Isole, la composizione di genere della popolazione migrante appare meno equilibrata. L’incidenza dei minori, pari al 21,8% dei regolarmente soggiornanti al livello nazionale, fa rilevare una significativa variazione a livello territoriale: Venezia, Milano e Torino fanno registrare i valori più elevati e superiori alla media nazionale (rispettivamente 23%, 22,7% e 22,3%), mentre l’incidenza risulta minima a Napoli, Cagliari, Roma e Reggio Calabria (rispettivamente 14,7%, 15,6%, 16,2% e 17,8%), a indicare per estensione una minore presenza di nuclei familiari.

Relativamente alla presenza dei cittadini migranti nel mercato del lavoro italiano – il 7% degli occupati - l’analisi dei principali indicatori consente di evidenziare i primi effetti della crisi pandemica: per la prima volta dopo anni, nel 2020, la popolazione non comunitaria fa rilevare indici occupazionali peggiori di quelli rilevati sulla popolazione autoctona, con un tasso di occupazione pari a 56,6%, a fronte del 58,2% rilevato sugli italiani, e un tasso di disoccupazione superiore (13% a fronte dell’8,7% degli autoctoni). Particolarmente colpite le donne straniere: il tasso di occupazione si riduce del 4,6% per le donne comunitarie (a fronte del –3,2% per gli uomini) e del 5% per le donne non comunitarie (a fronte del -1,9% per gli uomini). Aumenta in modo consistente l’inattività: +6,2% per le donne comunitarie e +6,6% per le donne provenienti da Paesi terzi (a fronte di +4,2% e +2,4% registrati sulle componenti maschili delle rispettive popolazioni). A fronte di tale contesto nazionale emergono significative differenze nei dati relativi alle Città metropolitane italiane: il tasso di occupazione tocca il valore massimo nelle Città metropolitane di Venezia (67,8%), Firenze (65,6%) e Roma (63,7%), risultando invece minimo – e inferiore al valore nazionale – a Bari (45,5%) e Torino (47,8%).

Nonostante le complicazioni dovute al contesto pandemico il fenomeno dell’imprenditoria migrante continua la sua ascesa: al 31 dicembre 2020 l’8,2% delle imprese registrate in Italia è guidata da cittadini non comunitari, un numero in aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente. Roma, Milano e Napoli sono le Città metropolitane che ospitano il maggiore numero di imprese a guida non comunitaria (rispettivamente 54.496, 50.959 e 23.915), mentre Firenze, Milano e Genova sono quelle in cui si registra la maggiore incidenza di imprese extra UE sul totale delle imprese.

Crescono anche le rimesse (5.957 milioni di euro inviati complessivamente nel 2020) con un grande protagonismo del continente asiatico e una consistente crescita anche degli importi inviati verso il continente africano. Milano, Roma e Napoli si confermano le Città metropolitane da cui vengono inviati all’estero maggiori importi, mentre in coda alla classifica si posizionano Città delle Isole (Cagliari, Messina e Catania).

I nove Rapporti sulla presenza dei migranti nelle città metropolitane e il Quaderno di Sintesi sono disponibili anche sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e sul sito di ANPAL Servizi.