Nell'arco di due anni, altri 600 potenziali beneficiari di protezione internazionale, soggetti vulnerabili provenienti da Etiopia, Giordania e Niger, potranno arrivare in Italia legalmente e in sicurezza attraverso corridoi umanitari.
Questi si apriranno grazie a un nuovo protocollo sottoscritto il 3 maggio al Viminale da ministeri dell’Interno e degli Esteri, Comunità di Sant’Egidio e Conferenza Episcopale italiana. L'accordo replica quello siglato nel 2017, considerato una best practice a livello europeo. Saranno le associazioni, in collaborazione con l’Unhcr, a individuare i destinatari del progetto e ad assicurare loro accoglienza e sostegno nel processo di inserimento socio-culturale in Italia. "Sono contenta di aver firmato questo protocollo come ultimo atto del mio mandato - ha detto Gerarda Pantalone che da capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione è stata nominata prefetto di Roma - In linea con quanto sostenuto da questo Governo, i corridoi umanitari rappresentano un importante canale legale per l’ingresso di persone che presumibilmente sono meritevoli di protezione, in particolare di bambini, nuclei familiari e soggetti più vulnerabili". L’accordo è stato firmato, oltre che dal prefetto Pantalone, dal ministro plenipotenziario degli Affari esteri Luigi Maria Vignali, dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, dal segretario generale monsignor Stefano Russo della Conferenza episcopale italiana. Scarica il testo: Protocollo d'intesa per la realizzazione del progetto "Apertura corridoi umanitari"