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20 ottobre 2025

Accoglienza, diritti e filiere agricole: in Basilicata Tavolo regionale di contrasto al caporalat


L’iniziativa è inserita nel quadro di partecipazione della Regione al programma quinquennale Su.Pr.Eme.2

Il Tavolo Regionale di Contrasto al Caporalato (TRcC) si è riunito a Potenza per un confronto dedicato all’ascolto di territori e parti sociali e alla condivisione di azioni concrete volte al miglioramento delle condizioni dei lavoratori stranieri in agricoltura.

L’iniziativa è inserita nel quadro di partecipazione della Regione Basilicata al programma Su.Pr.Eme.2, un piano quinquennale straordinario e integrato di interventi per il contrasto e il superamento delle forme di grave sfruttamento lavorativo, del caporalato e delle situazioni di marginalità e vulnerabilità vissute dalle persone straniere presenti nelle cinque regioni del Sud Italia Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania. Il progetto è finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2021-2027 e dal Programma Nazionale Inclusione e Lotta alla Povertà FSE+ 2021-2027. L’incontro si situa nel solco di una azione incrementale di focus tematici, a partire dall’intervento di accoglienza insediato presso l’ex tabacchificio di Palazzo San Gervasio, previsti nella direzione di un rafforzamento del sistema di presa in carico e accompagnamento dei lavoratori stranieri, in coerenza con gli indirizzi definiti dall’art. 18-ter del D.Lgs. 286/1998, a seguito delle modifiche intercorse con il DL 146/2025.

Presieduto da Donato Del Corso Direttore Generale della Presidenza della Giunta Regionale e Programmazione Strategica e Filomena Cillis, dirigente ufficio Autonomie Locali e Sicurezza Integrata della Regione Basilicata, al Tavolo erano presenti, tra gli altri, i rappresentanti del Consorzio Nova partner tecnico di Su.Pr.Eme.2, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria e rappresentanze di cooperative.

Durante l’incontro, aperto dal ricordo di Kumar Manoj, Singh Surjit, Singh Harwinder e Singh Jaskaran, i quattro lavoratori di origine indiana morti nell’incidente stradale sulla Fondovalle dell’Agri lo scorso 4 ottobre, sono stati affrontati temi legati all’abitare e all’integrazione dei cittadini di Paesi terzi impiegati nei lavori stagionali agricoli. I partecipanti si sono confrontati su politiche abitative, modelli di accoglienza diffusa, strumenti di inclusione sociale e procedure anagrafiche, con l’obiettivo di definire una road map territoriale condivisa.

Al Tavolo hanno preso parte anche i rappresentanti del Consorzio Officine Solidali ETS di cui fa parte ARCI Basilicata, con la Cooperativa Sociale VIDA, affidatario fino al 2028 della gestione dell’ex Tabacchificio di Palazzo San Gervasio, struttura di riferimento per l’accoglienza dei lavoratori stagionali nell’area dell’Alto Bradano. L’intervento, finanziato con oltre 800mila euro dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e dal Programma Regionale FSE+ 2021-2027, è destinato a migliorare le condizioni di accoglienza dei lavoratori migranti stagionali impiegati nel comparto agricolo, spesso esposti a precarietà abitativa e sfruttamento. Il centro, attivo dallo scorso mese di agosto, offre sistemazioni dignitose e servizi essenziali, tra cui trasporto verso i luoghi di lavoro, orientamento legale, mediazione culturale, assistenza socio-sanitaria e attività di inclusione e animazione. L’obiettivo è superare la logica emergenziale e costruire un modello strutturato, sostenibile e rispettoso dei diritti fondamentali dei lavoratori migranti.

Nell'ottica della condivisione si inserisce anche il TrcC, un'iniziativa che conferma l’impegno della Regione Basilicata e delle parti sociali nel promuovere legalità, inclusione e sviluppo sostenibile nella filiera agricola regionale, con particolare attenzione ai lavoratori più vulnerabili.

Tanti gli spunti arrivati dalla discussione e dal confronto.

Il contrasto al caporalato rappresenta una sfida complessa e strutturale per il nostro Paese. Affrontare il fenomeno in chiave di ''emergenza perdurante'' non è più sufficiente, servono strategie sistemiche, andando oltre la considerazione del fenomeno in chiave di mero ordine pubblico e provando a declinare in chiave operativa azioni di rafforzamento della rete pubblico/privata su scala regionale e territoriale.

Uno degli elementi evidenziati è la necessità di avere una prospettiva interregionale. Si tratta di comprendere che il fenomeno non riguarda solo una singola regione, ma ha dimensioni nazionali e transregionali. Questo approccio consente di scambiare esperienze, identificare criticità comuni e definire buone prassi replicabili, valorizzando le competenze e le soluzioni già sperimentate in altri contesti.

La conoscenza e la gestione dei dati rappresentano un altro pilastro fondamentale. Capire la mole dei flussi, le dinamiche dei lavoratori stagionali e le condizioni di accoglienza consente di costruire percorsi concreti di intervento, sensibilizzare le comunità locali e rafforzare il ruolo delle autonomie territoriali. I dati non sono solo numeri: sono strumenti per generare consapevolezza e promuovere una cultura dell’accoglienza fondata sull’opportunità, e non solo sull’emergenza. Un altro aspetto molto marcato nella discussione è relativo all’importanza di riconoscere e valorizzare le risorse agricole locali, partendo dall’idea che l’agricoltura di qualità sia una straordinaria opportunità di sviluppo. Nel Vulture-Alto Bradano, ad esempio, la filiera del pomodoro di eccellenza richiede lavoro umano specializzato. Garantire condizioni dignitose e sicure per i lavoratori stranieri significa anche proteggere la qualità delle produzioni e rafforzare la sostenibilità economica del territorio.

Il Tavolo regionale punta a superare l’approccio emergenziale, promuovendo una visione strategica dell’accoglienza come leva di sviluppo locale, inclusione e valorizzazione territoriale.

Tra i compiti dei Tavoli regionali rientra la costruzione di protocolli operativi per la definizione di un meccanismo di referral territoriale, finalizzato a garantire il coordinamento tra istituzioni, enti del terzo settore, servizi pubblici e parti sociali.

In questa direzione, il TRcC della Basilicata si impegna a definire uno schema condiviso e adattabile alle peculiarità del territorio, che assicuri una presa in carico integrata, evitando interventi frammentati e valorizzando l’interoperabilità tra misure abitative, sanitarie, di inclusione e di accompagnamento al lavoro. Il tavolo lavorerà nei prossimi mesi per la redazione di protocolli regionali di referral, nella prospettiva di un futuro raccordo interregionale tra i diversi territori coinvolti dal programma Su.Pr.Eme.2.

 

 

         



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