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06 agosto 2024

Rimpatrio minori ucraini, le preoccupazione dell’UNHCR per possibili rischi di protezione


L'Agenzia ONU per i rifugiati interviene dopo che il Tribunale per i minorenni di Brescia ha autorizzato il rimpatrio di oltre 60 minori ucraini ospitati in Italia da oltre due anni

L’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, ha espresso preoccupazioni per la decisione del Tribunale per i minorenni di Brescia di autorizzare il rimpatrio degli oltre 60 minori ucraini ospitati da oltre due anni.
Nel comunicato diffuso si specifica che nel luglio del 2023 l’UNHCR ha diffuso una posizione sul rimpatrio volontario in Ucraina di bambine e bambini rifugiati privi di cure genitoriali, compresi i minori non accompagnati e i minori evacuati da istituti di assistenza in Ucraina. Il documento, condiviso con tutti i tribunali per i minorenni italiani, fornisce le garanzie di protezione che dovrebbero essere messe in atto in qualsiasi processo di ritorno volontario in Ucraina, e sottolinea la necessità di garantire che i bambini siano pienamente informati e che le decisioni siano sempre prese dopo aver consultato i bambini interessati, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e in base alla determinazione del loro superiore interesse.

Tutto questo è in linea con la posizione generale dell’UNHCR sui rimpatri volontari in Ucraina, pubblicata nel giugno 2023, che riconosce che, sebbene alcune persone abbiano scelto di tornare a casa, è fondamentale che tali decisioni siano ben informate e prese volontariamente, dato che è in corso una guerra su larga scala, e che l’UNHCR non promuove o facilita i rimpatri in Ucraina.
Molti dei bambini di questo gruppo, inoltre, hanno esigenze specifiche e ricevono attualmente cure e servizi specializzati in Italia. È importante quindi considerare attentamente la disponibilità di queste attenzioni al momento del rientro in Ucraina per garantire la continuità dell’assistenza.
L’UNHCR - conclude la nota - riconosce infine positivamente il livello di integrazione sul territorio raggiunto in due anni dai bambini – attorno ai quali si è formata una rete di sostegno da parte della comunità locale e della società civile, grazie alla quale i minori hanno intrapreso un percorso scolastico ed extra-scolastico, di cura e di relazioni sociali. L’impegno della comunità e della società civile è stato fondamentale per fornire un ambiente di sostegno che favorisse il benessere e lo sviluppo dei bambini fino al loro rientro in sicurezza in Ucraina.

Le motivazioni del Tribunale dei minori
La decisione del Tribunale dei minori, notificata il 26 luglio scroso, è dovuta a tre motivazioni. Ovvero, la garanzia da parte dell'Ucraina che i minori, che hanno un'età compresa tra i 6 ed i 17 anni, saranno portati in due luoghi sicuri e lontani dal fronte; ma anche alla possibilità di essere adottati da famiglie ucraine e all'esito dei colloqui con la presidente del Tribunale, nei quali la maggior parte di loro ha manifestato il desiderio di tornare nel Paese d'origine, pur rimanendo insieme agli altri. Il collegio che ha emesso il decreto ha inoltre ricordato che, secondo il Consiglio d'Europa del 25 gennaio scorso, qualora l'Ucraina non crei condizioni pericolose per i minori, questi possono essere rimpatriati, considerando che la loro accoglienza all'estero ha carattere temporaneo e se i funzionari ucraini ritengono che il loro ritorno, in località dichiarate sicure, sia una misura opportuna.