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24 maggio 2024

Osservatorio Rosarno, XI Rapporto di Medici per i Diritti Umani


Nella Piana di Gioia Tauro la situazione migliora, ma le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti restano lontane dagli standard minimi di dignità

A dieci anni dall’avvio delle attività di Medici per i Diritti Umani (MEDU) nella Piana di Gioia Tauro, le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti restano ancora ben lontane dagli standard minimi di dignità.
MEDU opera nella Piana di Gioia Tauro nell’ambito del progetto “Campagne aperte: laboratorio di pratiche territoriali per promuovere dignità` di vita e di lavoro”. Da ottobre 2023 a marzo 2024, il team della clinica mobile di MEDU ha assistito 160 persone, presso tre insediamenti informali: la tendopoli di San Ferdinando, il campo container di Rosarno e i casolari abbandonati situati nella località di Contrada Russo (Comune di Taurianova).
In continuità con le ultime stagioni, si conferma il calo delle presenze nella Piana– circa 1.000 persone a fronte delle circa 2.500 degli anni precedenti al 2020 – a causa di una contrazione nell’ offerta di lavoro derivante dalla crisi ormai pluriennale del settore agrumicolo, da attribuirsi principalmente alla concorrenza dei prodotti provenienti da altri Paesi extra europei, in particolar modo dalla Tunisia.
La composizione della popolazione resta invariata rispetto alle scorse stagioni: giovani lavoratori, per lo più stagionali, tutti di sesso maschile, provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana occidentale con un’età media di 37 anni e presenti in Italia nella maggior parte dei casi da oltre 3 anni.
Quanto alla condizione giuridica, si tratta nella quasi totalità dei casi di persone regolarmente soggiornanti (92%), per lo più richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, con un notevole aumento dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro rispetto agli anni passati (33% contro il 15% della precedente stagione agrumicola).
Rispetto alle condizioni lavorative, il 69% delle persone che hanno risposto alla domanda era in possesso di un contratto e il 72% di queste percepiva la busta paga. Rarissimi rimangono tuttavia i casi in cui vengano registrate in busta paga le giornate di lavoro effettivamente svolte.
In merito all’integrazione sanitaria, solo il 52% delle 148 persone che hanno risposto alla domanda, ha dichiarato di essere iscritta al Servizio Sanitario Nazionale, spesso in altre Regioni. L’accesso alle cure da parte dei braccianti continua ad incontrare numerosi ostacoli, in parte di tipo burocratico, in parte dovuti alle gravi carenze della sanità calabrese, in termini di risorse economiche e personale sanitario.

A fronte della situazione descritta, MEDU torna a chiedere alle istituzioni risposte concrete e decise, formulando a tal fine una serie di raccomandazioni.


Scarica qui il rapporto di MEDU

 

 

 

         



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