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15 maggio 2024

La Danimarca rinnova il programma IGU per l’integrazione dei migranti


Attivo dal 2016, il programma ha aiutato migliaia di migranti a ritagliarsi un ruolo attivo nella comunità del paese e nella sua filiera produttiva

La Danimarca ha rinnovato fino al 2028 il programma“IGU”, acronimo di Integrations Grund Uddannelse, ossia “educazione di base per l’integrazione”.

Il piano nazionale è stato varato nel 2016, inizialmente con una durata prevista di tre anni, ma il feedback positivo, riscontrato nei risultati ed emerso da uno studio di settore commissionato al gruppo Ramboll, ha convinto le istituzioni danesi a proseguire per la strada intrapresa.

Obiettivo dell’iniziativa è aiutare i rifugiati a inserirsi nel mercato del lavoro, offrendo allo stesso tempo sia al settore privato che a quello pubblico l’opportunità di formare personale adatto alle loro esigenze. L’adesione al programma è storicamente riservata ai rifugiati (inclusi quelli arrivati tramite il processo di ricongiungimento familiare) di età compresa tra i 18 e i 40 anni che si trovano sul suolo danese da almeno 10 anni (e da meno di 20), ma nella nuova formulazione l’accesso è stato esteso anche a chi è giunto nel paese grazie alle leggi speciali adottate per gestire l’emergenza in Ucraina e Afghanistan.

Un programma IGU ha una durata di due anni, e abbina alla tradizionale formazione in aula momenti di formazione pratica. Per ogni persona presa in carico vengono negoziati individualmente un programma scolastico con la municipalità competente e un contratto di tirocinio lavorativo con un datore di lavoro.

Nel corso del biennio vengono garantite 37 ore settimanali di istruzione a tempo pieno, per un totale di 23 settimane. Per facilitare la crescita professionale di ciascun partecipante, viene creato su misura un piano di formazione che tenga conto delle sue attitudini, della sua istruzione, della sua capacità di esprimersi in danese e del settore nel quale sarà impiegato. Allo stesso modo, la suddivisione ideale tra le ore di insegnamento teorico e di applicazione pratica avviene in accordo con il datore di lavoro. I colleghi in azienda possono essere nominati “language buddy” (ossia “compagno di lingua”). In questo caso viene loro erogato un breve corso di formazione per supportare la crescita della competenza linguistica del collega straniero: un esperimento che ha avuto riscontri molto positivi sia nei risultati che nella formula adottata (una valutazione dell’iniziativa ha rilevato che il 75% dei language buddy si offrirebbe volontario per ricoprire nuovamente l’incarico).

Partecipare al programma è un notevole vantaggio economico per i migranti, che ricevono un’indennità economica durante la formazione e uno stipendio da apprendista durante il lavoro, non dovendo così dipendere dai benefit statali e maturando allo stesso tempo il diritto all’assistenza riservata ai disoccupati una volta giunta al termine l’esperienza. Ai datori di lavoro viene offerto un bonus di 2700 euro dopo i primi sei mesi e un contributo di eguale valore dopo due anni, e non viene imposto l’obbligo di pagare ai partecipanti uno stipendio completo fino a quando il percorso di formazione non sarà stato completato.

Per saperne di più, è possibile consultare un pamphlet informativo disponibile in 8 lingue.