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23 aprile 2024

"Nodo alla Gola", il rapporto di Antigone sulle condizioni delle carceri italiane


Stabile nel 2023 il numero dei detenuti stranieri, quasi la metà dei quali risulta condannato a meno di un anno di carcere

Tanto a livello di rilevazioni statistiche quanto di norme e pratiche penitenziarie, i detenuti stranieri costituiscono una fascia di popolazione detenuta che viene trattata in modo tendenzialmente indistinto, come se al proprio interno contenesse un’unica e omogenea categoria di persone. Dal punto di vista delle politiche criminali, ma anche da quello del trattamento penitenziario e delle possibilità di accesso alle misure alternative alla detenzione, sarebbe invece importante aprire una riflessione capace di distinguere tra le varie comunità straniere. Lo si legge nel XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, presentato ieri a Roma, che attesta in generale una  sostenuta crescita delle presenze della popolazione carceraria nell’ultimo anno, con carceri sempre più affollate, più chiuse e dove avvengono sempre più suicidi.

Al 31 marzo 2024 erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Le persone detenute straniere corrispondono a 19.108 unità, con una percentuale rispetto al totale pari al 31,3%. Si tratta di una percentuale in lieve calo rispetto agli anni precedenti ma in calo sostanzioso rispetto a quindici anni fa, quando superava il 37%.

La percentuale degli stranieri detenuti rispetto al totale degli stranieri presenti regolarmente in Italia è di circa il 10%. Naturalmente esiste un numero oscuro dovuto agli stranieri presenti sul territorio in maniera irregolare dal punto di vista amministrativo e di conseguenza non censiti.
Le nazioni oggi più rappresentate tra gli stranieri detenuti sono, elencando in ordine decrescente quelle che vedono almeno 400 persone detenute: Marocco, Romania, Albania, Tunisia, Nigeria, Egitto, Senegal, Algeria, Gambia. Le prime posizioni delle nazionalità più numerose sono sostanzialmente le stesse rispetto a dieci anni fa. 
La distribuzione degli stranieri detenuti non è omogenea sul territorio nazionale. I marocchini, ad esempio, sono molto presenti al nord Italia (in particolare in Lombardia dove sono 1.234). I rumeni, invece, sono maggiormente presenti nelle carceri laziali, dove sono 508. Molti sono gli istituti penitenziari dove i detenuti stranieri superano la metà del totale dei presenti, soprattutto al nord del paese e in Sardegna. Pesa in quest’ultimo caso la disponibilità ad andare a lavorare nelle colonie penali.

Uno sguardo al profilo sociocriminale dei detenuti stranieri ci mostra come tendenzialmente questi abbiano commesso delitti meno gravi e siano destinatari di pene meno lunghe rispetto ai detenuti italiani. Gli stranieri in carcere rappresentano il 2,73% delle persone detenute per associazione a delinque di stampo mafioso, il 18,87% di quelle detenute per delitti contro l’ordine pubblico, il 28,23% dei detenuti per delitti contro il patrimonio, il 29,11% dei detenuti per violazione della normativa sulle droghe, il 31,01% dei detenuti per delitti contro la persona. Essi sono infine il 7,12% del totale dei detenuti ergastolani e addirittura il 44,26% di coloro che sono condannati a meno di un anno di carcere, segno tra le altre cose del loro minore accesso alle misure alternative alla detenzione rispetto agli italiani.

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