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Donne migranti e lavoro, "doppia discriminazione"
08 marzo 2024
Donne migranti e lavoro, "doppia discriminazione"
Un factsheet di Fondazione ISMU fa il punto sulla condizione lavorativa delle donne con cittadinanza non italiana e background migratorio in Italia.
In occasione della
Giornata Internazionale della Donna
,
Fondazione ISMU ETS
, in collaborazione con
Fondazione Cariplo
, ha pubblicato il factsheet
La doppia discriminazione delle donne con background migratorio nel mercato del lavoro
I dati dell’European Institute for Gender Equality EIGE, ricorda ISMU, collocano l’Italia al tredicesimo posto tra i paesi europei con 68,2 punti su 100 del Gender Equality Index nel periodo 2021-2022. Il punteggio italiano si trova al di sotto della media europea che corrisponde a 70,2 punti e il
principale ambito in cui si rileva discriminazione di genere è proprio quello lavorativo
, con 65 punti, collocando l’Italia al 27° e ultimo posto tra i paesi europei, anche se dal 2020 vi è stato un leggero miglioramento.
Inoltre, l’Italia evidenzia anche un importante dato di
disparità nell’ambito del potere politico, economico e sociale
, con 62,7 punti. Le elaborazioni di Fondazione ISMU sui dati Eurostat del 2022, riportati all’interno del Ventinovesimo Rapporto sulle migrazioni 2023, relativi alla partecipazione al mercato del lavoro italiano e alla disoccupazione per cittadinanza e genere segnalano una forte penalizzazione delle donne con cittadinanza non italiana non comunitarie per i
livelli di disoccupazione stimati al 15,2% rispetto al 9,6% degli uomini.
È evidente, sottolineano i ricercatori, una
disparità di genere rispetto alla presenza nel mercato del lavoro
a cui si sommano gli ostacoli e le discriminazioni che le donne straniere– e più in generale le donne con background migratorio – si trovano a dover affrontare. Tali ostacoli sono legati non solo ad una forte e ben nota
segregazione
del mondo del lavoro – che vede le donne con background migratorio presenti in maniera massiccia nel settore della cura personale – ma anche ad un insieme di
pregiudizi c
he devono affrontare nella fase di recruitment.
Come evidenziato dal
progetto GRASE
, anche gli operatori del
sistema di orientamento al lavoro e selezione del personale
– sia del settore pubblico che privato – non sono immuni agli
stereotipi
consci ed inconsci che culturalmente si sono stratificati nei confronti delle donne, come ad esempio ritenere che abbiano minori competenze linguistiche, che siano meno disponibili a svolgere determinati lavori in funzione della loro religione (in particolare nei confronti delle donne di religione musulmana), o ancora che non siano in grado di svolgere lavori più qualificati.
Fonte: Ismu
Discriminazione
Donne
Lavoro
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