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02 novembre 2022

"La linea dell'orizzonte", un ethnographic novel


La nuova vita a Londra degli italo-bangladesi

La linea dell'orizzonte (BeccoGiallo, 2021) è un graphic novel unico nel suo genere. Racconta infatti di un fenomeno poco conosciuto come la doppia migrazione, che riguarda quei migranti che dopo un lungo periodo trascroso in un altro Paese rispetto a quello in cui sono nati decidono di spostarsi nuovamente, ma non per fare ritorno nel Paese d'origine, bensì per raggiungere un altro Paese che possa garantire loro condizioni di vita migliori, sia rispetto al Paese d'origine sia al rispetto al Paese di prima immigrazione.

Nella fattispecie, questo racconto per immagini e parole, realizzato in collaborazione con il Centro Studi Emigrazione Roma, tratta di quella comunità italo-bangladese che ha deciso, dopo essersi stabilita in Italia negli anni Novanta, di partire oggi per iniziare un nuovo percorso in Inghilterra, a Londra

Gli autori, Francesco Della Puppa, Dottore di ricerca in Scienze Sociali, ricercatore e sociologo presso l'Università Ca' Foscari di Venezia; Francesco Matteuzzi, giornalista, sceneggiatore, editor e autore per ragazzi; e Francesco Saresin, fumettista e disegnatore; hanno così trasposto in fumetto una vera e propria ricerca sociologica attraverso l'esperienza, ricalcata su quella di Francesco Della Puppa, di un sociologo che lavora a Venezia e si reca a Londra per concludere la sua ricerca sui cittadini italiani di origine bangladese i quali, dopo molti anni di lavoro in Italia ed essere stati naturalizzati italiani, decidono oggi di ripartire per trasferirsi a Londra. Si tratta della "onward migration", un fenomeno recente che offre spunti di riflessione sullo stimolo che spinge gli esseri umani a cercare condizioni di vita migliori, sulle rotte migratorie modellate dalle continue trasformazioni globali e sulla situazione sociale, politica ed economica del nostro Paese.

Il sottotitolo recita: Un ethnographic novel sulla migrazione tra Bangladesh, Italia e Londra, in cui l'etnografia, come scrive lo stesso Della Puppa, va intesa come "un metodo, un approccio e un paradigma di ricerca che prevede l'immersione nel 'campo' e nel mondo sociale che si vuole indagare e l'interazione diretta con i gruppi sociali e i soggetti protagonisti dell'indagine". Una ricerca etnografica, dunque, tradotta nell'inconsueto linguaggio del graphic novel, il quale permette in tal modo di presentare dei contenuti specialistici a un pubblico anche non specialista, con l'obiettivo di diffondere la conoscenza di fenomeni di cui si parla poco, in controtendenza rispetto a un'informazione generalista che non sempre riesce a smarcarsi da una narrazione superficiale e stereotipata del fenomeno migratorio.

Il racconto, quindi, mette in luce da una parte il lavoro sociologico che viene quotidianemente svolto in Italia (e fuori dall'Italia) dai nostri ricercatori, al fine di studiare e comprendere cause e motivazioni che spingono a migrare, e dall'altra i sacrifici e le speranze di migranti che vedono nella migrazione uno strumento utile per garantire a sé e alla propria famiglia un futuro degno.  

Numerosi gli spunti di riflessione che si possono trarre dalla lettura di questo graphic novel, ma particolarmente significativa risulta la rappresentazione e auto-rappresentazione degli italo-bangladesi ormai stabilitisi a Londra. Come scrive nella premessa Maurizio Ambrosini, direttore della rivista Mondi Migranti, responsabile scientifico del centro studi Medì di Genova sulle migrazioni nel Mediterraneo, docente di Sociologia delle migrazioni e consigliere del CNEL:

Si è formata così nella capitale britannica una comunità italo-bangladese, con propri luoghi di ritrovo e persino la capacità di esportare specialità e consuetudini italiane. La storia a fumetti coglie bene il senso di comunità di questa sorprendente nicchia di nostri connazionali, il bisogno di ritrovarsi, la volontà di distinguersi dagli altri bangladesi. Da Londra ci mostrano che l'Italia è cambiata, e la sua popolazione ancora di più. I bangladesi diffondono a Londra prodotti e stili di vita del nostro Paese, diventando ambasciatori di un'italianità che pure continua a stentare nel riconoscerli come suoi legittimi membri.



La pagina dedicata al libro.



 

 

         



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