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Concorsi pubblici, nella riforma apertura a rifugiati e lungosoggiornanti
06 ottobre 2022
Concorsi pubblici, nella riforma apertura a rifugiati e lungosoggiornanti
Servono conoscenza dell'Italiano e godimento dei diritti civili e politici anche nel Paese d'origine. Le modifiche al DPR n.487/1994 approvate in via preliminare dal Consiglio dei Ministri
La possibilità che gli
stranieri lungosoggiornanti e i titolari di protezione internazionale
accedano al pubbblico impiego è prevista espressamente anche nella
riforma dei concorsi pubblici
arrivata ieri in Consiglio dei Ministri.
Il governo, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta, ha approvato, in esame preliminare, "un
regolamento
, da adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica, che introduce
modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487
, concernente norme sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi".
Il testo, si legge nel comunicato pubblicato da Palazzo Chigi, stabilisce che l’assunzione a tempo determinato e indeterminato nelle amministrazioni pubbliche avviene mediante
concorsi pubblici, orientati alla massima partecipazione
, che si svolgono con modalità che ne garantiscano
l’imparzialità, l’economicità e la celerità
di espletamento, ricorrendo, ove necessario, all’ausilio di sistemi automatizzati diretti anche a realizzare forme di preselezione e selezioni decentrate per circoscrizione territoriali.
Si stabiliscono i r
equisiti generali per l’accesso al pubblico impiego
e, rispetto alla normativa precedente, si introduce la previsione che ai concorsi possano partecipare i t
itolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria e i cittadini di Paesi terzi che siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo
, di un’adeguata
conoscenza della lingua italiana
, del godimento dei
diritti civili e politici
negli Stati di appartenenza o di provenienza e di tutti gli altri requisiti previsti per i cittadini italiani.
Inoltre, al fine di garantire l’
equilibrio di genere
nelle pubbliche amministrazioni, si prevede che il bando contenga, per ciascuna delle qualifiche messe a concorso, la
percentuale di rappresentatività
dei generi nell’amministrazione che lo bandisce. Qualora il differenziale tra i generi sia superiore al trenta per cento, a parità di titoli e di merito si applica il titolo di preferenza in favore del genere meno rappresentato.
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