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02 maggio 2022

Calabria: prima riunione tematica del tavolo di lavoro regionale di contrasto al caporalato


È stato istituito lo scorso 25 febbraio secondo quanto previsto dal progetto Su.Pr.Eme. Italia

Dopo l’insediamento ufficiale del 25 febbraio scorso, il Tavolo di Lavoro di Contrasto al Caporalato – istituito dalla Regione Calabria secondo quanto previsto dal progetto Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze), finanziato dalla Regione stessa grazie al Fondo Asilo Migranti Integrazione (FAMI) della Commissione Europea – ha tenuto la sua prima riunione tematica lo scorso 5 aprile. Argomento della discussione, secondo il programma condiviso, la “Conoscenza dei territori”. A presiedere l’incontro Giovanna La Terra, dirigente regionale in rappresentanza dell’assessore Tilde Minasi; a coordinare i lavori Renato Scordamaglia, regional project manager del consorzio NOVA, partner di progetto.

Il confronto tra i partecipanti al Tavolo ha preso le mosse dalla scheda tecnica messa a punto dalle esperte di NOVA Silvana Guglielmo e Ilaria Montagna. Una fotografia ampia e dettagliata sulla presenza dei migranti in Calabria, la loro distribuzione territoriale, il mercato del lavoro, i servizi a loro disposizione, le attività di contrasto ai fenomeni di sfruttamento. A completare i dati, infine, un focus dedicato alla condizione femminile. Ne è emersa una realtà variegata, segnata da problematiche comuni anche se variamente incidenti a seconda dei singoli territori presi in considerazione. Una realtà rispetto alla quale secondo tutti i partecipanti la condivisione di dati, esperienze e pratiche diventa fattore dirimente per dare maggiore efficacia agli interventi in essere e a quelli che potranno essere progettati in futuro.

Nel merito dei temi trattati, ampio spazio è stato dedicato all’attuazione della legge 199/2016 e dunque alla Rete del lavoro agricolo di qualità (Relaq). Una norma giudicata ben scritta ai fini della prevenzione dello sfruttamento, ma i cui risultati rimangono ancora piuttosto modesti. Sono poche, infatti, le aziende iscritte al sistema, vuoi per mancanza di conoscenza da parte degli operatori agricoli, vuoi per mancanza di incentivi e premialità che li spingano a intraprendere i percorsi virtuosi previsti dalla legge. È così che le maglie della prevenzione restano larghe, lasciando ampio margine di movimento a chi sfrutta il lavoro. Un lavoro che, è stato sottolineato, non è solo “nero”, ma anche segnato da diverse sfumature di grigio, regolare ma solo in apparenza. Dal Tavolo è emersa dunque la volontà di intensificare quanto più possibile l’attività di mediazione tra domanda e offerta, irrobustendo anche il versante dei servizi di accompagnamento resi ai migranti.
La condizione femminile rappresenta poi un problema nel problema. Le operaie agricole sono maggiormente vulnerabili ed esposte allo sfruttamento rispetto ai colleghi maschi, ricevono generalmente retribuzioni inferiori a quelle degli uomini, sono frequentemente soggette a molestie, ricatti e violenze sessuali. Inoltre, sono spesso vittime di doppio sfruttamento poiché i caporali possono giornalmente decidere se destinarle allo sfruttamento lavorativo agricolo o allo sfruttamento sessuale della prostituzione.

Insomma, il quadro è ancora ben al di qua dall’aver perso le note “tinte fosche”. La repressione non basta, anche perché non mancano le difficoltà oggettive nell’individuare reati e relativi responsabili, basti pensare che lo sfruttamento del lavoro è diventato “mobile” e non più circoscritto al solo comparto agricolo. Al contrario, sono ampi i margini per costruire percorsi più incisivi ed efficaci di prevenzione. Il Tavolo regionale ha individuato gli strumenti per implementare ulteriormente i dati a disposizione dei diversi soggetti, istituzionali e non, impegnati nel contrasto al caporalato, e ha preso atto della disponibilità della Regione nel suo complesso a sostenere le imprese che volessero aderire alla Relaq, istituita presso le sezioni provinciali dell’Inps.
Soprattutto, però, alla fine del confronto il segnale più significativo e nuovo è stato lo spirito di collaborazione emerso, la determinazione a intraprendere percorsi condivisi che, nel rispetto dei compiti di ciascuno, muovano verso obiettivi comuni. Un Tavolo che ha manifestato la volontà di rendersi visibile, non di semplice testimonianza ma di concretezza, e che tornerà a riunirsi nei primi giorni di maggio per discutere del “Contrasto istituzionale”.

 

 

         



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