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24 settembre 2021

Quali sono i diritti dei lavoratori stranieri? Cosa si intende per sfruttamento lavorativo?


Le risposte alle domande più frequenti 

Il lavoratore straniero è equiparato al cittadino italiano nel godimento degli specifici diritti legati al lavoro, e dunque: salute e sicurezza sul lavoro; pari opportunità tra uomo e donna; tutela contro ogni forma di discriminazione; diritto ad un compenso equo e proporzionato; diritto a conciliare la vita lavorativa e familiare; diritto al riposo e di adesione (e non adesione) ad un sindacato. Sono inoltre previsti tutti i diritti espressamente previsti dal tuo contratto di lavoro o dal contratto collettivo nazionale o territoriale di riferimento per il tuo settore di lavoro.
In fase di selezione, il datore di lavoro non può rivolgere domande su opinioni politiche e religiose, stato di gravidanza o sieropositività, stato civile o stato di famiglia (principio di non discriminazione).

Quante ore al giorno si può lavorare?

L’orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali, ma si fa riferimento ai contratti collettivi di lavoro, a livello nazionale o settoriale; il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario è possibile, ma deve essere contenuto.
Il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore ed a un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, ogni sette giorni.
Le ferie annuali retribuite devono avere durata di almeno quattro settimane e sono irrinunciabili.

Cosa si intende per sfruttamento lavorativo?

Secondo la legislazione italiana si ha sfruttamento lavorativo quando nello svolgimento dell’attività lavorativa ricorrono alcune caratteristiche, come:
- il pagamento di salari inferiori agli standard nazionali e sproporzionati rispetto alle ore lavorate;
- ripetuti orari di lavoro prolungati o la negazione del riposo settimanale, delle ferie annuali retribuite e/o delle assenze per malattia retribuite;
- la violazione sistematica della sicurezza e della salute sul posto di lavoro;
- l'uso di metodi degradanti per la sorveglianza del lavoratore.

Quali sono gli obblighi del datore di lavoro al fine di salvaguardare la sicurezza sul lavoro del lavoratore?

Gli adempimenti obbligatori (D. Lgs. 81/2008) assegnati al datore di lavoro sono molteplici, tra cui:
- la valutazione di tutti i rischi presenti sul luogo di lavoro a cui i lavoratori potrebbero essere esporti con conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (Dvr);
- la messa a norma di locali, impianti, macchinari ed attrezzature;
- l'organizzazione del servizio di prevenzione e protezione;
- la nomina delle figure indispensabili per la sicurezza sul lavoro;
- l'informazione, la formazione e l'addestramento dei lavoratori;
Queste attività non devono in nessun caso comportare costi finanziari a carico dei lavoratori. La vigilanza su queste attività è in capo all’INAIL, a cui è possibile rivolgersi per maggiori informazioni.


A chi può rivolgersi il lavoratore per capire se si trova in una condizione di sfruttamento lavorativo?

Esiste una fitta rete di supporto, informazione e orientamento sul territorio nazionale: è possibile rivolgersi ai sindacati, alle associazioni di categoria, ai servizi territoriali del Comune di residenza, oltre alle associazioni che offrono assistenza e attività in favore dei cittadini stranieri.

A chi può rivolgersi il lavoratore in caso di urgenza? O per avere informazioni?

Può chiamare il numero verde nazionale antitratta 800.290 290. Il numero è gratuito e attivo 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno. Gli operatori che rispondono sono mediatori linguistico–culturali che parlano inglese, spagnolo, albanese, romeno, russo, moldavo, ucraino, nigeriano, cinese, polacco, portoghese e arabo. Gli operato forniscono informazioni utili e orientamento ai servizi del territorio o, in caso di emergenza, assistenza per specifiche esigenze.
All’interno degli interventi di sensibilizzazione messi in campo dal Dipartimento per le Pari Opportunità, esiste anche un sito internet a cura dell’Osservatorio Interventi Tratta  che ha una sezione speciale dedicata allo sfruttamento lavorativo.

Da giugno 2021 è anche attivo l’Helpdesk interistituzionale Anticaporalato  specificamente destinato a cittadini stranieri vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo. Mediatori interculturali e operatrici forniscono un servizio multilingue (inglese, francese, arabo, pidgin, edo/benin, wolof, mandingo, fula, pular più altre a richiesta) sulle modalità di emersione, sull'accesso ai servizi territoriali e sulle possibilità di inserimento nei programmi contro lo sfruttamento lavorativo Su.Pr.Eme. Italia e P.I.U. Su.Pr.Eme 
L'Helpdesk multicanale è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 18:30, con conservazione e gestione dei messaggi giunti oltre l'orario di funzionamento.

Che cos’è il caporalato?
Il caporalato, o intermediazione illecita del lavoro, è un sistema che recluta lavoratori per destinarli al lavoro presso terzi, in condizioni di sfruttamento.
Il caporalato è un reato, per cui sono imputabili sia chi recluta (il caporale) che chi “utilizza, assume o impiega manodopera” (il datore di lavoro), sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento.
Il lavoratore non è invece punito per il solo fatto di lavorare senza contratto o senza permesso di soggiorno.