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30 luglio 2021

L'inclusione a scuola raccontata in un graphic novel


La storia di Takoua Ben Mohamed fra pregiudizi e ironia

Il mio migliore amico è fascista (Rizzoli, 2021) è un graphic novel per ragazzi scritto e disegnato da Takoua Ben Mohamed, fumettista, illustratrice, produttrice cinematografica e graphic journalist che si occupa da sempre di temi politici e sociali. Takoua è nata in Tunisia nel 1991 e si è trasferita con la sua famiglia a Roma nel 1999, dove vive tutt'ora, per raggiungere il padre, esiliato politico.  

Questo libro racconta la sua storia, che è anche la storia delle difficoltà che ragazze e ragazzi con background migratorio - che siano nati in Italia o arrivati da piccoli - devono affrontare nel loro percorso scolastico e di crescita: pregiudizi, stereotipi, razzismo, che possono sfociare anche in episodi di bullismo. E questo solo perché considerati stranieri o figli di stranieri, e quindi diversi, come se avessero meno diritti di stare in questo Paese di chi è nato - senza poterlo scegliere - da genitori italiani. 

All'epoca non sapevo di essere una "MIGRANTE", non sapevo nemmeno cosa significa la parola "immigrata", ed è per questo che non mi sono mai definità così. Ero solo una BAMBINA che pensava a giocare, come tutte le bambine.

Soli due anni dopo il suo arrivo in Italia, i fatti dell'11 settembre 2001 renderanno la vita di Takoua ancor più difficile. La diffidenza nei suoi confronti, ragazza con il velo, aumenterà ovunque metterà piede: a scuola, sui mezzi pubblici, per strada. Marco, il suo compagno di banco delle superiori che si autodefinisce fascista senza sapere cosa significhi, è il simbolo di tutta questa ostilità, in gran parte derivante da ignoranza o mancanza di volontà di conoscere e comprendere (uno stereotipo su tutti che viene a crearsi dopo l'11 settembre è che arabi e musulmani siano la stessa cosa, quando invece gli arabi musulmani sono solo il 15% circa della comunità musulmana mondiale). I problemi nascono anche coi i professori, alcuni dei quali non vogliono vedere il potenziale di Takoua e si intestardiscono sul fatto che sia stata costretta a portare il velo contro la sua volontà - ma ciò, nel suo caso, non corrisponde alla verità, come racconta la stessa fumettista attraverso le sue vignette, in uno stile che ricorda i cartoni animati giapponesi (ma non solo) con cui lei, come tutti i suoi compagni, sono cresciuti. 

Tuttavia, grazie al supporto della famiglia, degli amici e alla sua determinazione, e nonostante alcuni professori immaginassero per lei un futuro di basso profilo, Takoua riuscirà a realizzare il suo sogno di diventare una fumettista, oggi molto apprezzata in Italia, e perfino di far cambiare idea al suo compagno di banco, resosi conto della sua immotivata diffidenza soltanto dopo aver appreso di un episodio di discriminazione accaduto alla compagna di banco.

Il libro di Takoua Ben Mohamed non è solo un graphic novel, ma un vero e proprio strumento utile a tutti, e in particolare ai più giovani facilmente influenzabili da ciò che sentono dire dagli adulti, per difendersi dai pregiudizi legati alla provenienza (o anche solo alla provenienza dei genitori), ma è anche una storia universale, intrisa di ironia senza perdere di profondità, sul valore dell'amicizia e sull'importanza di essere sempre ciò che si è deciso di essere.  

La pagina dedicata al libro.













 

 

         



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