Il progetto "Capitanata" persegue come scopo primario la tutela dell'individuo, spesso lavoratore migrante, che si trova, temporaneamente o definitivamente, al di fuori di sistemi di accoglienza e di meccanismi di tutela socio-sanitaria, e la promozione di cambiamenti inclusivi nel sistema di salute attraverso diversi tipi di intervento, quotidiani e continuativi durante tutto l'anno, attraverso due cliniche mobili operative in sette insediamenti informali presenti nell'area della capitanata.
Tra visite mediche, orientamento socio-sanitario ed orientamento lavorativo individuali, e focus group con le stesse tematiche, si contano in un anno 587 sessioni di intervento, con 4895 accessi totali di cui 2978 beneficiari alla prima utenza. I dati del report fanno riferimento ai soli primi accessi.
Dai dati, socio-sanitari e lavorativi, emersi dal progetto emerge la condizione vissuta dagli abitanti degli insediamenti, una popolazione giovane, dove la fascia più rappresentata è 18-29 anni (59%). Non sono stati individuati Minori Stranieri Non Accompagnati, ma nella fascia dei giovani adulti è comunque molto rilevante la quota di neo-maggiorenni (18-21 anni), ben il 34% relativo alla fascia 18-29 anni. Dei neo-maggiorenni, il 70% è giunto in Italia alla minore età. La nazionalità maggiormente rappresentata fra i pazienti è la senegalese (26%), quindi, gambiana (15%), nigeriana (13%), ghanese (12%).
Le dinamiche tipiche dello sfruttamento femminile fanno sì che le donne, in maggioranza nigeriane, si spostino a cicli molto più rapidi, in maniera meno regolare e non per loro volontà. Di conseguenza l'emersione dei fenomeni di tratta e sfruttamento risulta ancora più complesso e con essa anche l'accesso al diritto alla Salute.
I dati raccolti nell'ambito del progetto di INTERSOS in Capitanata, congiuntamente alle modalità di informazione dei pazienti, sottolineano come sia determinante puntare ad una promozione dei servizi territoriali, attraverso la valorizzazione di informazioni socio-sanitarie di prossimità e delle figure di mediazione linguistico-culturale, per ridurre il costo umano, nonché economico, dei ricorsi impropri al comparto di emergenza-urgenza.
Consulta il Reportintersos_capitanata.pdf