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07 dicembre 2020

Diritto d’Asilo, il Report 2020 della Fondazione Migrantes


Richiedenti ai minimi, anche a causa del lockdown. "Costretti a fuggire... ancora respinti"

Il 2020 si avvia a concludersi con un totale di arrivi in Italia di migranti e rifugiati via mare certamente in crescita rispetto al biennio 2018-2019, ma comunque a livelli minimi rispetto agli anni precedenti: 23.720 gli arrivi nel nostro Paese a fine settembre 2020, contro i 132.043 nello stesso periodo del 2016 e i 105.417 del 2017. I richiedenti asilo in Italia nel 2020 sono ai minimi degli ultimi anni, anche per via del lockdown per la “prima ondata” della pandemia di Covid-19, che ha paralizzato per mesi anche le procedure d’asilo: al 30 settembre ne sono stati registrati circa 16.855 (dato provvisorio), due terzi rispetto allo stesso periodo del 2019.
 
Sono alcuni dei dati raccolti in Diritto d'asilo – Report 2020 pubblicato la scorsa settimana dalla Fondazione Migrantes.
 
Nei primi otto mesi del 2020 sono stati riconosciuti circa 5.900 benefici fra status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione speciale: nel complesso, ha ottenuto uno dei tre riconoscimenti appena 1 richiedente asilo su 5. Nel 2019 erano stati riconosciuti in totale 19.700 benefici di protezione, comprendendo anche i «residui» di protezione umanitaria». Ma i “dinieghi” erano stati 61.600, praticamente due terzi di tutte le domande di protezione esaminate nell’anno: il 65%, la percentuale più elevata degli ultimi anni. I dinieghi nelle Commissioni territoriali, sottolinea il report, sono uno dei fattori che hanno determinato l’aumento degli stranieri in condizione di irregolarità in Italia nell’ultimo periodo. 
 
“Il Diritto d’asilo - Report 2020 – spiegano gli autori - prova a dare strumenti di riflessione sia statistici che etici. Spazia dalla dimensione mondiale, e le cause che obbligano un numero sempre maggiore di persone a cercare protezione, per arrivare alla dimensione europea e a quella nazionale” spiegano gli autori. “L’auspicio come gli anni precedenti è che questo volume possa aiutare a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro paese, che ci aiuti a restare o ritornare “umani” capaci di affiancarci a chi è in difficoltà per non dover più dire come invece ci troviamo costretti a mettere nel titolo anche quest’anno: Costretti a fuggire... ancora respinti”.