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10 marzo 2021

Il confine tra noi. Storie migranti


L’esperienza diretta dei migranti come valore sociale e collettivo

Il confine tra noi. Storie migranti (Terre di Mezzo Editore, 2020) è il terzo volume della serie di antologie dei racconti finalisti del concorso DiMMi, Diari Multimediali Migranti 2019, a cura di Natalia Cangi, Patrizia Di Luca, Alessandro Triulzi, con una prefazione di Michele Colucci. 

Come racconta Alessandro Triulzi nel suo saggio introduttivo: “In poco più di un anno, il progetto ha messo in moto uno sforzo collettivo di raccolta che ha prodotto una straordinaria messe di più di 130 narrazioni multimediali. Questi racconti, insieme a quelli ricevuti nelle precedenti sessioni del concorso, hanno portato al consolidamento del fondo “DIMMI di storie migranti”, che si affianca a quello dei diari dell’Archivio di Pieve Santo Stefano, con oltre 350 storie, musiche, disegni, video e fotografie dell’altra faccia della migrazione, quella della sua soggettività e auto-rappresentazione.”

   
Grazie a questo “sforzo collettivo” abbiamo la possibilità di cercare di comprendere la storia contemporanea, caratterizzata da un fenomeno migratorio complesso, attraverso le vivide parole dei protagonisti, i migranti, andando oltre all’appiattimento mediatico che trasforma vite, esperienze e identità in meri fatti di cronaca. L’obiettivo del progetto è appunto quello di ribaltare la narrazione quotidiana delle migrazioni dando spazio al punto di vista di chi le vive sulla propria pelle, facendo trasparire il disagio e la disperazione, ma anche la determinazione e la speranza di poter costruire un futuro migliore nella terra d’accoglienza.  

Chi ha deciso di raccontarsi – come Mamadou Diakite, Fatima Mohamed Abdullahi, Olawale Williams, Falaye Sissoko, Paule Roberta Yao, Houda Latrech, Nahida Akhter, Maia Tsertsradze, Seydi Rodriguez Gutierrez, Liudmila Florenta, Tatjana Vukic, Carlos Roberto Rodriguez, Mouhamadou Lamine Dia, Ndack Mbaye, Atdhe Lusha e Alejandro Luis Vidangos – ha aperto la propria esperienza, un baule di ricordi spesso emotivamente difficili da raccontare, a tutti, permettendoci di ascoltare e immedesimarci, ripercorrendo le orme che hanno cambiato per sempre queste persone e cambiando un po’ anche noi. Dalla scelta obbligata di partire alla paura di non sopravvivere, dai pericoli del viaggio via mare alla difficoltà di integrarsi fino al drammatico riconoscersi, dopo anni, stranieri ovunque, sia nel Paese di accoglienza sia in quello di origine. La sensazione di distanza e alterità, leggendo, si fa gradualmente più leggera fino a sparire: scopriamo così che le preoccupazioni e i desideri di chi pensiamo non abbia niente a che fare con noi sono i medesimi, semplicemente applicati a contingenze differenti.  

Leggere queste pagine fa compiere al lettore un percorso impegnativo ma indispensabile per comprendere un tratto essenziale della nostra storia, che continua a farsi inesorabilmente anche senza che ce ne rendiamo conto. Ma rendercene conto potrà di certo puntare una luce sul “confine tra noi”, smascherarlo, mostrarlo nella sua artificiosità.    

La pagina dedicata al libro.