Per il settore del lavoro domestico, la regolarizzazione non è l'unica novità importante del Decreto Legge Rilancio approvato il 13 maggio dal Consiglio dei Ministri. Questo riconosce, infatti, un'indennità mensile da 500 euro per colf, badanti e babysitter, che finora erano state escluse dalle misure a sostegno dei lavoratori dipendenti per l'emergenza Coronavirus, come la cassa integrazione in deroga.
Nell'attesa che il decreto arrivi in Gazzetta Ufficiale e che venga definita la procedura per accedere all'indennità, ecco il passaggio dedicato a questa misura nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri:
"Si riconosce un'indennità, pari a 500 euro mensili, per i mesi di aprile e maggio 2020, in favore dei lavoratori domestici che al 23 febbraio 2020 avevano in essere uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali, a condizione che non siano conviventi col datore di lavoro".
"L'indennità - aggiunge il governo - non è cumulabile con altre riconosciute per COVID-19 e non spetta ai percettori del reddito di emergenza (REM) o ai percettori del reddito di cittadinanza a determinate condizioni, ai titolari di pensione, ad eccezione dell'assegno ordinario di invalidità e ai titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato diverso dal lavoro domestico".
Secondo un dossier presentato alla fine del 2019 dall'associazione dei datori di lavoro domestico Assindatcolf e dal centro studi IDos, quasi il 70% degli oltre 800 mila lavoratori domestici regolari sono stranieri. Aggiungendo a questi anche gli irregolari (l'incidenza del sommerso nel settore è stimata al 60%), i lavoratori stranieri sarebbero circa 1 milione, divisi tra 466 mila badanti e 528 mila colf.