
Christin Kandem Tadjuidje è morto nella notte tra il 22 e il 23 marzo, all'ospedale Cisanello di Pisa, dove era arrivato con una diagnosi di polmonite acuta da Covid-19. Aveva 29 anni, finora è la più giovane vittima della pandemia in Toscana.
Originario del Camerun, frequentava Scienze Agrarie all'università di Pisa e aveva già sostenuto tutti gli esami del corso triennale: "Stava lavorando alla tesi, si sarebbe laureato nelle prossime settimane. Ha lottato per anni per una laurea che non otterrà, prima di lasciarci. Che la sua anima riposi in pace", scrivono su Facebook i compagni dell'Associazione Studenti Camerunensi, di cui era un membro molto attivo. Cordoglio anche da Sergio Di Maio, sindaco di San Giuliano Terme, il paese alle porte di Pisa dove Tadiudje viveva: "La scomparsa di un ragazzo così giovane ci rattrista profondamente. Un grande abbraccio alla famiglia e agli amici".
Fin qui la realtà. Nelle stesse ore in cui Tadjiuidje lottava invano per la vita, però, sui social rimbalzava l'ennesima bufala sul coronavirus, secondo la quale i migranti non si ammalano: "Ho chiamato tutti gli ospedali, non c'è un extracomunitario di qualsiasi età positivo o ricoverato per COV19!!!", scrive la fonte, ovviamente anonima, del messaggio, che arriva pure a ipotizzare un legame tra questa (inesistente) immunità e il vaccino contro la TBC, previsto da un (inesistente) "protocollo di copertura delle Asl per gli extracomunitari".
Da un lato, quindi, una pandemia che non conosce frontiere, la morte che non fa distinzioni tra esseri umani, il dolore dei cari di Christin Kandem Tadjuidje e di tutti gli altri. Dall'altro, quelli che trovano il tempo di seminare odio e razzismo anche in queste ore. Per loro, vale l'invito del virologo Roberto Burioni: "L'ultima delle bufale è che il coronavirus non colpisce gli extracomunitari. Chi è dotato di sprezzo del pericolo può venire dove mi trovo in questo preciso momento, al San Raffaele di Milano, per controllare di persona che non è assolutamente vero".