Il 1 agosto 2019, la DG dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato una richiesta di Manifestazione di interesse per la presentazione di progetti per l’inclusione di cittadini di Paesi terzi nelle aree urbane a maggiore vulnerabilità sociale a cui il Comune di Piacenza ha aderito stipulando la convenzione in data 14 novembre 2022.
OBIETTIVI DELL’INTERVENTO E RISULTATI ATTESI
Il progetto da realizzare si propone in generale di sviluppare e sostenere modelli innovativi di intervento capaci di ridurre i fenomeni di segregazione, ritiro sociale e disagio, garantendo ai cittadini di origine straniera percorsi educativi, professionali, formativi ed informativi di qualità a supporto della piena inclusione nella comunità di accoglienza. In particolare il progetto opererà per:
- Favorire l’accoglienza, la frequenza e l’integrazione educativa, scolastica, sociale e sportiva di minori e dei giovani neoarrivati e cittadini di paesi terzi e prevenire la dispersione scolastica e formativa;
- Contrastare il ritiro sociale dei giovani, il sentimento di inadeguatezza sociale e il rischio di devianza che può colpire in modo particolare gli adolescenti in equilibrio tra due mondi;
- Ridurre il rischio di emarginazione delle famiglie straniere, in particolare delle madri neo immigrate e/o con percorsi di bassa scolarizzazione nel paese d’origine;
- Implementare la rete di servizi esistenti, per raggiungere un numero più ampio di destinatari, attraverso iniziative socio-educative volte alla prevenzione del disagio e contrasto alle povertà culturali-educative;
- Favorire l’integrazione sociale e lavorativa di giovani adulti provenienti da paesi terzi, generazione 1.75/1.50, comprendendo anche giovani di seconda generazione che possono rappresentare un “ponte” tra le comunità di origine e il paese di accoglienza, attraverso una valorizzazione delle competenze personali e del percorso scolastico compiuto in Italia.
La proposta intende sostenere l’inclusione relazionale e lavorativa dei cittadini di Paesi Terzi riducendo il rischio di marginalità, vulnerabilità e comportamenti ad impatto sociale negativo. Per farlo si propone lo sviluppo di percorsi per il miglioramento della qualità della vita e dell’autonomia delle persone, attraverso misure dirette a supportare i cittadini stranieri in processi di autorealizzazione, nelle dimensioni di famiglia, società, scuola e lavoro.
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